Ordine Equestre del  Santo Sepolcro di Gerusalemme

 

LUOGOTENENZA PER L'ITALIA MERIDIONALE TIRRENICA


  Organizzazione generale OESSG :  Documenti Storici dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

prima pagina  

 

 

 

 

Ordo Equestris Sancti Sepulcri Hierosolymitani

OESSH

 

 

DOCUMENTI  STORICI

 

 

 

Cavaliere del Santo Sepolcro di Gerusalemme 

( Knight  of the Holy Sepulchre of Jerusalem  )

 

 

 

INDICE DOCUMENTI :

 

 

PIO PP. IX 
(Giovan Maria Mastai Ferretti) (1846-1878)

1847, 23 luglio  -  Il Santo Pontefice Pio IX ripristina il Patriarcato Latino in Gerusalemme
1847, 10 dicembre - Destinazione alla Terra Santa delle offerte dei Cavalieri del Santo Sepolcro
1868, 24 gennaio -  Il Sommo Pontefice accresce l’Ordine di nuovi gradi

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LEONE PP. XIII
(Vincenzo Gioacchino de’ Pecci) (1878-1903)

1888, 3 agosto - Il Sommo Pontefice istituisce le Dame del Santo Sepolcro

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PIO PP. X 
(Giovanni Sarto) (1903-1914)

1907, 3 maggio - Il Sommo Pontefice riserva al Papa il Gran Magistero dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro e concede all’insegna dell’Ordine il Trofeo Militare

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BENEDETTO PP. XV 
(Giacomo della Chiesa) (1914-1922)

1915, 15 gennaio - La Sacra Congregazione Concistoriale precisa alcune norme sui privilegi araldici dell’Ordine

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PIO PP. XI 
(Achille Ratti) (1922-1939)

1928, 6 gennaio - Il Sommo Pontefice pone l’Ordine del Santo Sepolcro e l’Opera della Preservazione della Fede in Palestina sotto la Protezione della Santa Sede
1931, 5 agosto - Il Sommo Pontefice concede l’attribuito "di Gerusalemme" all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro
1932, 19 marzo - Il Sommo Pontefice approva lo Statuto dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

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PIO PP. XII 
(Eugenio Pacelli) (1939-1958)

1940, 16 luglio - Il Sommo Pontefice nomina il Cardinale Canali Patrono dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
1945,15 agosto - Il Sommo Pontefice concede all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme la Chiesa e il Cenobio di S. Onofrio al Gianicolo, trasferendo la sede dell’Ordine a Roma

1949, 22 febbraio - La Sacra Penitenzieria Apostolica concede speciali indulgenze ai Cavalieri e alle Dame dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
1949, 14 settembre - Il sommo Pontefice approva il nuovo Statuto e concede la "personalità giuridica" all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

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GIOVANNI PP. XXIII 
(Angelo Giuseppe Roncalli) (1958-1963)

1962, 8 dicembre - Il Sommo Pontefice approva il nuovo Statuto dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e nomina il Card. Eugenio Tisserant, primo Gran Maestro dell’Ordine

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PAOLO PP. VI 
(Giovan Battista Montini) (1963-1978)

1964, 30 maggio - Discorso del Papa Paolo VI all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
1977, 8 luglio – Nuovo Statuto

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GIOVANNI PAOLO PP. I 
(Albino Lucani) (1978)

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GIOVANNI PAOLO PP. II 
(Carlo Woityla (1978-2005)

1996 - 1 febbraio - Il Sommo pontefice con rescritto concede la "personalità giuridica vaticana" e stabilisce la Sede dell'Ordine nello Stato della Città del Vaticano
2000, 2 marzo - Discorso del Santo Padre ai partecipanti al giubileo dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

2003, 23 ottobre - Lettera di Sua Santità alla Consulta dell'Ordine

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PAPA BENEDETTO XVI 
(Joseph Alois Ratzinger ) (2005-...)

2008, 5 dicembre - Discorso di Sua Santità Benedetto XVI alla Consulta dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

 

 

 

 


 

1847, 23 luglio
PIO PP. IX
IL SANTO PONTEFICE RIPRISTINA IL PATRIARCATO LATINO IN GERUSALEMME

A PERPETUA MEMORIA


Nessuna città fu più celebre per religioso culto di Gerusalemme, nessuna regione fu dai Cristiani frequentata con più illustri manifestazioni di devozione della Palestina.
Poiché, contenendo dovunque quella città illustri monumenti delle gesta di nostro Signore Gesù Cristo e nel suo stesso aspetto rispecchiando in certo modo i santissimi esempi di virtù con i quali il Divino Redentore del genere umano nobilitò in modo speciale quella città, non poté non avvenire che, fin dagli esordi della Chiesa, la città medesima fosse sempre tenuta in grande onore dai Cristiani.
Ma ciò che costituisce propriamente e principalmente la eccellenza di Gerusalemme é il ritrovarsi in essa quel glorioso sepolcro nel quale il Nostro Salvatore rimase tre giorni racchiuso dopo la Sua morte e dal quale il terzo giorno, trionfando, con mirabile prodigio, della Sua morte, risuscitò per Sua virtù e confermò la divinità della Religione da Lui istituita...
Ciò spinse in ogni epoca il popolo cristiano a venerare e curare quei luoghi e una cosi grande devozione dei Cristiani verso la Palestina e specialmente verso il sepolcro del Signore li commosse talmente che, allorquando quei luoghi caddero in potere dei barbari, dai Principi europei furono fatte per lungo tempo e rinnovate delle guerre allo scopo di recuperare i medesimi luoghi e di liberare i fedeli dalle gravissime calamità e dalla ingiusta, durissima schiavitù in cui erano ivi tenuti...
Dopo matura e diuturna deliberazione Nostra abbiamo approvato il disegno della medesima Congregazione (di Propaganda Fide), ed abbiamo deciso di condurlo senza indugio alla desiderata attuazione.
Pertanto, per autorità di Dio Onnipotente e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, ripristiniamo in Gerusalemme l’esercizio della giurisdizione del Patriarca Latino e dichiariamo che, d’ora in poi, il medesimo è tenuto all’obbligo della residenza, come un tempo...
Comandiamo inoltre che dalla medesima Congregazione sia mandata, confermandola con Nostra autorità, una accurata istruzione, la quale contenga la norma che il Guardiano di Terra Santa e gli altri Padri dell’Ordine Serafico colà residenti e tutti gli altri Ecclesiastici soggetti al Patriarca Latino di Gerusalemme debbano seguire ed osservare.
Queste sono le cose che, per l’onore della Religione, per l’incremento della Fede Cattolica in quelle regioni, e per la maggiore utilità della Chiesa presso quei popoli, abbiamo deciso di stabilire e che speriamo voglia Iddio favorire con la Sua benevolenza e con la Sua benedizione...
Dato a Roma, presso Santa Maria Maggiore sotto l’anello del Pescatore, il giorno 23 del mese di luglio 1847, anno secondo del Nostro Pontificato.
Per il Signor Cardinale Lambruschini
A. Picchioni, Sostituto

 


1847, 10 dicembre
PIO PP. IX
DESTINAZIONE ALLA TERRA SANTA DELLE OFFERTE DEI CAVALIERI DEL S. SEPOLCRO

ISTRUZIONE DELLA SACRA CONGREGAZIONE DI PROPAGANDA FIDE


Il Santissimo Signor Nostro Pio per Divina Provvidenza Papa IX, quando decretò che l’esercizio dell’autorità patriarcale fosse ripristinato in Gerusalemme, si propose l’onore della religione, l’incremento della fede cattolica in quelle regioni, e infine una maggiore utilità della Chiesa presso quelle genti.
E invero, affinché, come da desiderio, ciò si avverasse, ordinò, per mezzo delle stesse Lettere Apostoliche in forma di Breve "Nulla celebrior", datate sotto il giorno 23 luglio di questo anno, alla Sacra Congregazione che fosse redatta un’accurata istruzione, la quale apportasse una norma adattata a questo nuovo ordine di cose.
Avendo pertanto la Sacra Congregazione deliberato più volte e ponderatamente circa tale questione, e, tutto ben considerato, avendo preso una decisione, ed essendosi aggiunta anche l’approvazione della stessa Santità Sua, si propongono, perché siano osservati, i capitoli che seguono:...
VIII.
Rimanendo parimenti in vigore quelle disposizioni circa i Cavalieri del Santo Sepolcro che furono altre volte sancite, e che diligentissimamente si dovranno osservare, vien decretato che la collazione di tali gradi spetti esclusivamente al patriarca.
Questi invero usi di quella potestà soltanto in favore di coloro che si siano distinti per integrità di vita, siano stati assai benemeriti della religione, e mostrino gli altri requisiti atti ad ottenere tale onore.
Tuttavia i sussidi che dai cavalieri vengono pagati siano versati nella cassa delle elemosine, secondo l’uso, a favore dei debiti della Terra Santa...
Dato dalla Sede della Sacra Congregazione, il giorno 10 dicembre dell’anno 1847.
Giacomo Filippo Card. Franzoni, Prefetto
Alessandro Barnabò, Pro Segretario

 


1868, 24 gennaio
PIO PP. IX
IL SOMMO PONTEFICE ACCRESCE L’ORDINE DI NUOVI GRADI

A PERPETUA MEMORIA


Come ad utilità della Nostra Santissima Religione dai Pontefici Massimi Nostri predecessori furono sapientemente stabilite e compiute molte cose, così anche mediante la istituzione e il conferimento di onorificenze e di premii alle virtù furono infiammati gli uomini a bene meritare con ogni studio ogni giorno vieppiù della Cristiana Repubblica.
Noi, scorgendo i chiari esempi da Loro dati, ritenemmo proprio del Nostro Apostolico ministero il dedicare le nostre cure a ciò, specie in questi tempi di tristezze, ma anche fecondi di grandi virtù, le quali mostrano dovunque il loro splendore.
Noi perciò, che nei primi anni del Nostro Pontificato con apostolica autorità costituimmo l’Ordine Equestre Piano, ora abbiamo del tutto l’animo ad accrescere ed ornare di nuovo decoro l’Ordine Equestre del S. Sepolcro, dal quale crediamo infatti sia per venirne non poco frutto di utilità alla Cattolica Religione nella sacra terra della Palestina.
Poiché questo Ordine, che si raccomanda per l’antichità della origine sua e che in seguito fu per cura ed autorità dei Predecessori Nostri conservato a motivo del suo stesso istituto, mira specialmente a ciò che nei luoghi di Terra Santa venga eccitato lo zelo degli uomini nella difesa e propaganda della Religione Cattolica, e i meriti da loro (in tal modo acquistati) siano ricompensati con un dovuto premio onorifico.
Infatti, per sicura testimonianza di documenti, a Noi é noto come sino dal secolo decimoquinto dell’Evo Cristiano, il Custode ossia (come viene chiamato) il Guardiano della famiglia religiosa dei Minori Osservanti di San Francesco, residente in Gerusalemme, già per concessione Apostolica ascrivesse all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro uomini meritevolissimi della Religione e come gia fino da quel tempo fossero in vigore per i detti Cavalieri leggi e statuti di carattere generale, che Benedetto XIV di fel. mem. con la bolla dell’anno 1746 "In supremo militantis Ecclesiae" rinnovò con aggiunta di nuove leggi e prescrizioni.
Noi stessi poi, avendo di mira la dignità del detto Ordine Equestre, con Lettere del 10 dicembre del 1847, rilasciate dalla Nostra Congregazione di Propaganda Fide e sancite con la Nostra autorità, stabilimmo opportunamente quelle cose che riguardavano il regime della Sede Patriarcale Gerosolimitana di rito Latino; e nello stesso anno ristabilimmo anche l’esercizio della giurisdizione del Patriarca Latino di Gerusalemme.
Allo stesso modo con le medesime Lettere trasferimmo al Patriarca privative anche il diritto di creare Cavalieri del S. Sepolcro, cosicché in seguito egli come legittimo Rettore e Amministratore dell’Ordine Equestre potesse per delegazione e in nome della Santa Sede conferire la dignità Equestre.
Avendo Noi con la Nostra autorità stabilito tutto questo circa la amministrazione e il regime dell’Ordine, comprendemmo in seguito come vi fossero altre cose che per il maggiore splendore di esso sembrava opportuno il costituire.
Infatti or non è molto tempo il V. F. Giuseppe Valerga, Patriarca Latino della Chiesa di Gerusalemme, ci fece conoscere che essendo istituito nell’Ordine del S. Sepolcro, sino dalle origini, soltanto un grado unico di Cavalieri, e avvenendo di conseguenza che non vi possa essere alcuna differenza di onore nel rimunerare i benemeriti, mentre la diversità dei meriti spesso richiederebbe dignità di maggiore importanza, accada anche perciò che o debbasi riservare a pochi il detto onore, o, per essere questo dato a molti, venga a diminuirsi il valore della onorificenza stessa in confronto di uomini di maggiori meriti o di ceto superiore.
A motivo di ciò lo stesso Ven. Fratello nell’intento di rimediare a questo inconveniente ci richiese di dividere in tre classi l’Ordine Equestre del S. Sepolcro.
Noi pertanto volendo annuire alla richiesta di detto Ven. Fratello, e desiderando ampliare contemporaneamente l’Ordine predetto, rimettemmo la cosa a tre Ven. Fr. Cardinali di S. Rom. Chiesa, perché la studiassero bene e ce ne dessero in proposito il loro parere.
Avendo ora vista la sentenza dei sullodati Cardinali, che hanno ritenuto giusto il consentire alle domande rivolteci dal V. F. il Patriarca di Gerusalemme; Noi, dopo avere considerata ogni cosa a tempo opportuno, in forza delle presenti Lettere, con la Nostra Apostolica autorità, stabiliamo e decretiamo che da ora in poi l’Ordine Equestre del S. Sepolcro consti solo di tre gradi distinti di Cavalieri, cioé di: Cavalieri di prima Classe ovverosia Gran Croci; Cavalieri di seconda Classe ossia Commendatori; e Cavalieri di terza Classe; i quali tutti in diversa maniera a seconda del proprio grado porteranno l’insegna che é propria dell’Ordine.
Tale insegna dell’Ordine sarà, secondo l’antico costume, la Croce, che ha il suo nome da Goffredo di Buglione (il grande capitano della celebre spedizione per il recupero di Terra Santa); la Croce cioé d’oro, coperta di smalto in colore sanguigno, con aderenti ai quattro lati quattro croci minori ugualmente d’oro e con lo smalto dello stesso colore.
Detta Croce maggiore, poi, ad esclusione cioè delle quattro minori, é in quella forma che si suole chiamare potenziata.
Motivi religiosi vogliono che non venga sovrapposta alcuna corona al vertice di questa Croce, in memoria di quel piissimo Capitano che non volle ricevere il regio diadema dove erasi veduto Cristo Gesù cinto della Corona di spine.
Il nastro da cui deve pendere la Croce sarà di seta marezzata e di colore nerastro, secondo il costume usato sinora nell’Ordine.
I Cavalieri della prima Classe porteranno l’insegna propria dell’Ordine in modo che venga sostenuta da una lunga fascia serica del predetto colore (che scenda) dall’omero al lato sinistro.
Ma concediamo in più che coloro i quali sono ascritti a questa classe abbiano anche il privilegio di portate al lato sinistro del petto la grande placca d’argento con l’insegna dell’Ordine, a simiglianza delle placche, che si sogliono portare dai Cavalieri di prima classe degli altri Ordini.
I Cavalieri della seconda classe, ossia i Commendatori, porteranno l’insegna dell’Ordine del formato più grande, appesa al collo con un nastro uguale al sopra descritto.
I Cavalieri infine della Classe terza, secondo l’uso generale dei Cavalieri, porteranno pendente da un nastro uguale l’insegna minore dell’Ordine al lato sinistro del petto.
Inoltre poiché i Cavalieri del S. Sepolcro in forza del loro istituto usano una propria veste di colore bianco, così vogliamo che gli ornati dell’abito variino in relazione al diverso grado dei Cavalieri e secondo il modello proprio di ciascuna classe, modello che verrà dato a coloro che saranno ascritti fra i Cavalieri.
Ci auguriamo quindi che tutto ciò spinga egregie persone a lavorare per l’opera religiosa nei luoghi di Terra Santa, e che tutti coloro i quali verranno decorati di queste insegne, con la loro virtù aggiungano splendore e decoro alla dignità dell’Ordine.
Conferiamo poi al V. F. il Patriarca di Gerusalemme di rito latino e ai suoi successori il diritto di scegliere e di creare i cavalieri; e abbiamo per certo che sempre saranno tenute in grande valore presso tutti la dignità e la grandezza dell’Ordine per il fatto che le sue insegne vengono conferite per speciale delegazione e in nome della stessa Sede Apostolica.
Vogliamo perciò che nel conferimento delle dette insegne il ricordato Patriarca Gerosolimitano di rito Latino e il suo successore seguano del tutto le norme e le prescrizioni, che, sancite con la Nostra autorità, abbiamo ordinato vengano date dalla Nostra Segreteria dei Brevi al medesimo Patriarca.
Ciò vogliamo e stabiliamo, nonostante, in quanto possa essere necessario, sia la regola Nostra e della Cancelleria Apostolica di non togliere il diritto acquisito, sia le consuetudini e gli statuti di detto Ordine, ancorché confermati da giuramento, sanzione apostolica, e qualunque altra sorta di conferma, sia le Costituzioni e gli Ordinamenti Apostolici che richiedono una speciale menzione, sia infine qualunque altra cosa in contrario.
Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l’anello del Pescatore, il giorno 24 Gennaio 1868 anno ventiduesimo del Nostro Pontificato.
N. Card. Paracciani Clarelli

 


1888, 3 agosto
LEONE PP. XIII
IL SOMMO PONTEFICE ISTITUISCE LE DAME DEL SANTO SEPOLCRO

A FUTURA MEMORIA


II Ven. Fratello Vincenzo, Patriarca Latino della Chiesa di Gerusalemme, ci ha riferito che il suo antecessore, con l’autorità e il consenso del Sommo Pontefice Pio IX di felice memoria, alcuni anni fa stabilì di conferire la dignità e le insegne dell’Ordine Equestre, nella stessa maniera che agli uomini, anche alle donne che si fossero distinte tra le altre per la pietà, la generosità e lo zelo verso la Religione Cattolica.
Ora poiché tale istituzione produce frutti abbondanti ed é non piccolo incitamento alla virtù, lo stesso Ven. Fratello Ci supplica che quanto il sopra detto Nostro Predecessore conobbe ed approvò nel decretare alle donne le insegne dell’Ordine del S. Sepolcro, tutto ciò sia da Noi, con la stessa autorità, approvato e confermato.
Noi, accogliendo benignamente tali preghiere e volendo circondare di particolare benevolenza tutti e singoli coloro ai quali queste Lettere interessano e, soltanto a questo determinato fine, assolvendoli e ritenendoli assolti da qualsiasi scomunica o interdetto e dalle altre ecclesiastiche censure, sentenze e pene in qualsiasi modo e per qualsiasi causa stabilite e che per caso abbiano potuto incorrere, con la Nostra autorità Apostolica, in forza di queste Lettere, concediamo in perpetuo che alle donne benemerite della Religione Cattolica si possano lecitamente conferire le insegne del ricordato Ordine del S. Sepolcro.
Ordiniamo poi che le donne ornate di queste onorifiche insegne si chiamino Matrone del S. Sepolcro, e che in, quanto alle tre classi di tale Ordine e al diritto di eleggere le stesse Matrone si osservino le leggi e gli ordinamenti che sono contenuti nelle Lettere Apostoliche di simil forma, spedite il 24 gennaio 1868.
Comandiamo tuttavia che le Matrone del S. Sepolcro, ascritte a qualsiasi classe del medesimo Ordine, siano autorizzate e possano lecitamente portare il distintivo proprio dell’Ordine e della classe soltanto al lato sinistro del petto.
Queste cose vogliamo e stabiliamo nonostante le Costituzioni e Ordinazioni Apostoliche e qualora ve ne sia bisogno, la regola della Nostra Cancelleria "de jure quaesito non tollendo", nonché gli statuti del sopraddetto Ordine, anche se rafforzati da giuramento, conferma Apostolica o di qualsiasi altra natura e nonostante qualsiasi altra disposizione in contrario.
Dato a Roma, presso S. Pietro, sotto l’Anello del Pescatore, il giorno 3 agosto 1888, anno undecimo del Nostro Pontificato.
M. Card. Ledochowski

 


1907, 3 maggio
PIO PP. X
IL SOMMO PONTEFICE RISERVA AL PAPA IL GRAN MAGISTERO DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO E CONCEDE ALL’INSEGNA DELL’ORDINE IL TROFEO MILITARE

AL VENERABILE FRATELLO FILIPPO PATRIARCA GEROSOLIMITANO


Venerabile Fratello, salute ed apostolica benedizione.
Con quale grande benevolenza trattiamo te e tutto l’Ordine del S. Sepolcro, conoscesti or non é molto, quando, soggiornando a Roma, più di una volta potesti vedere di fatto con quanto zelo l’animo Nostro fosse sollecito dell’Ordine Equestre (predetto) non dimentichi della sua storia, sia per i meriti acquistati verso la Chiesa, sia per la unione da lui diligentemente conservata con il Pontefice Romano.
Il ricordo invero di questi meriti già di per se stesso fa che Noi non siamo inferiori ad alcuno dei Nostri Predecessori nell’amare l’Ordine Equestre; anzi riteniamo giusto, e troviamo piacere nell’accrescere con singolari segni di benevolenza quelle associazioni di illustri uomini, che mentre costituiscono un ornamento della Chiesa sono anche di utile al genere umano, e alla civiltà.
A dimostrare perciò pienamente la Nostra volontà a tutto l’Ordine, ci piace di stabilire quanto segue, e di permettere, in via di grazia e in segno del Nostro animo paterno, che coloro i quali sono ascritti all’Ordine Equestre adornino l’insegna dell’associazione col trofeo militare da porsi nella parte superiore in modo che da esso penda la Croce propria dell’Ordine attaccata al nastro di seta marezzata e di colore nerastro.
Riservato poi il Gran Magistero dell’Ordine alla sola persona del Romano Pontefice, vogliamo che in colui, il quale sarà il Patriarca Latino di Gerusalemme pro tempore, resti confermato - come Luogotenente dello stesso Ordine - il diritto e il potere di nominare con la autorità Nostra i Cavalieri; i quali, come gia prima d’ora, restano divisi in tre classi, cioè: di prima classe, o cavalieri di gran Croce; di seconda classe o commendatori (ai quali per meriti speciali sarà lecito di adornarsi anche della placca) ; cavalieri infine di terza classe, privi di ogni particolare denominazione.
Affinché poi l’Ordine appaia dovunque sempre più chiaro, e nello stesso tempo gli affari che lo riguardano possano essere trattati in maniera più consona, approviamo pienamente che, secondo il bisogno di ciascuna regione, vengano scelti e stabiliti alcuni dell’Ordine Equestre, i quali in ciò che riguarda l’Ordine facciano le veci del Patriarca, e ne rappresentino pubblicamente la persona.
Tutti i Cavalieri poi usino veste non dissimile da quella di prima d’ora, se non che su di essa indossino il mantello bianco di lana con la Croce rossa ricamata a sinistra.
Quelli tuttavia, - che come già abbiamo detto - terranno le veci del Patriarca, oltre che dagli altri ornamenti siano distinti anche dalla Croce rossa propria dell’Ordine da portarsi in mezzo al petto se vestiti dell’abito del Sodalizio, alla destra del pétto se sono in abito nero.
Ci piace per ultimo di decretare che, vacando la Sede Patriarcale, il Cavaliere che a Roma rappresenta, come sopra si e detto, la persona del Patriarca, tratti e spedisca gli affari dell’Ordine che non sopportino indugio, sotto la responsabilità del Cardinale Segretario di Stato.
Dando questi speciali e indubbii argomenti del Nostro zelo verso il chiaro Ordine, confidiamo appieno che non solo tu ti adoprerai in ogni modo nella difesa e nella conservazione delle tradizioni relative all’antica gloria dell’Ordine Equestre, ma che anzi tutti i Cavalieri avranno da ciò incitamento a stringersi, con l’ausilio della gratitudine, in sempre più forti vincoli di unità alla Sede Apostolica.
Pertanto a testimonianza della Nostra paterna benevolenza e ad auspicio delle celesti grazie amorevolissimamente a te e a tutto l’Ordine diamo nel Signore l’Apostolica benedizione.
Dato a Roma, presso S. Pietro, sotto l’anello del Pescatore, nel giorno 3 maggio 1907, anno quarto del Nostro Pontificato.
R. Card. Merry del Val

 


1915, 15 gennaio
BENEDETTO PP. XV
LA SACRA CONGREGAZIONE CONCISTORIALE PRECISA ALCUNE NORME SUI PRIVILEGI ARALDICI DELL’ORDINE

DECRETO


Con Apostolica Costituzione, il cui inizio é "Militantis Ecclesiae", in data 19 dicembre 1644, il Sommo Pontefice Innocenzo X ordinò che "tutti i Cardinali di "S. R. C., allo scopo di stabilire un’unità ed eguaglianza di categoria, diano disposizioni affinché dai propri sigilli e stemmi di qualsiasi genere, detti volgarmente armi, "siano tolte corone, insegne e qualsiasi caratteristica secolare, all’infuori di quelle "delle quali, entro lo scudo degli stemmi, usano le loro famiglie come di essenza "e di integrità delle armi stesse, e che in avvenire si astengano dal loro uso".
Allo scopo invero di indurre alla stessa disciplina anche per ciò che riguarda i Vescovi, il Ss. S. N. Benedetto Papa XV ritenne opportuno che fosse estesa ad essi la legge sopra riferita.
Pertanto la Santità Sua ordinò di pubblicare questo Decreto concistoriale, con cui ai Patriarchi, agli Arcivescovi e ai Vescovi tutti, sia residenziali che titolari, per l’avvenire si proibisce affatto di aggiungere nei loro sigilli e stemmi o armi, e ugualmente nelle iscrizioni degli editti, i titoli nobiliari, le corone, le insegne e le altre caratteristiche secolari, le quali denotino la nobiltà della propria famiglia o gente, eccettuata qualche dignità secolare che sia annessa alla sede episcopale o arcivescovile; o anche se non si tratti dell’Ordine equestre di S. Giovanni di Gerusalemme o del Ss. Sepolcro.
Nonostante qualsiasi cosa in contrario.
Dato a Roma, dalla Segreteria della S. Congregazione Concistoriale, il 15 Gennaio 1915.
G. Card. De Lai, vescovo di Sabina, segretario
Fr. Tommaso Boggiani, assessore

 


1928, 6 gennaio
PIO PP. XI
IL SOMMO PONTEFICE PONE L’ORDINE DEL SANTO SEPOLCRO E L’OPERA DELLA PRESERVAZIONE DELLA FEDE IN PALESTINA SOTTO LA PROTEZIONE DELLA SANTA SEDE

A PERPETUA MEMORIA


I Romani Pontefici Nostri Predecessori per quel santissimo dovere, a cui é tenuta la Sede Apostolica, di amplificare il regno di Gesù Cristo, non cessarono mai di favorire e di remunerare con le lodi dovute tutto ciò che riguardasse la difesa e la propagazione della Fede Cattolica.
A Noi é noto come in tale campo già da più anni sia stata istituita l’Opera, a cui sovraintende il Venerabile Fratello Patriarca di Gerusalemme, Opera chiamata della Preservazione della Fede nei Luoghi Santi, e che in molte maniere si studia di ottenere l’incremento e la difesa della religione cattolica sia col far crescere scuole, sia con la pubblicazione di buone stampe, sia col mantenere associazioni e circoli a fine di opportuna coltura o di onesta ricreazione, cosicché a Noi pare che ora sia tempo di annuire alle preghiere che più volte ci sono state fatte perché dessimo maggior importanza alla suddetta Opera.
Sappiamo infatti che a far progredire l’Opera suddetta della Preservazione della Fede in Palestina attendono con solerzia i Cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro; Ordine che Pio IX, Nostro Predecessore di veneranda memoria, con Lettere Apostoliche in forma di Breve del 24 Gennaio dell’anno 1868, dopo averlo adattato all’uso dei tempi, pose sotto il regime e l’amministrazione del Patriarca di Gerusalemme, avendo gia il suddetto Patriarca pro tempore, - in forza delle Lettere apostoliche Nulla celebrior del 23 Luglio 1847 e della Istruzione data nello stesso anno il 10 dicembre dalla S. Congregazione di Propaganda Fede - il diritto di creare Cavalieri del S. Sepolcro; diritto già goduto dai Custodi di Terra Santa dei Frati Minori Osservanti di S, Francesco d’Assisi.
In quel tempo tuttavia i Cavalieri del S. Sepolcro, che già erano noti per la loro antichità, erano di un grado solo; ma con le predette Lettere del 1868 Pio IX li divise in tre classi secondo l’uso degli altri Ordini Equestri, di modo che da quel tempo in poi anche l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro sarebbe stato costituito di "tre gradi distinti di Cavalieri, cioè di: Cavalieri di prima classe ovverosia Gran Croci, Cavalieri di seconda classe ossia Commendatori, e Cavalieri di terza classe; i quali tutti in diversa maniera e a seconda del proprio "grado avrebbero dovuto portare l’insegna propria dell’Ordine".
In seguito poi Pio X, ai 3 di Maggio del 1907 con sue Lettere date sotto l’anello del Pescatore, concesse che ai Cavalieri della seconda classe ossia Commendatori ne fossero aggiunti altri decorati di placca per meriti speciali, e contemporaneamente concesse che tutti i Cavalieri insieme con la Croce, che, disegnata secondo il vecchio costume, era stata data da Pio IX quale insegna dell’Ordine, potessero decorarsi anche del nuovo trofeo militare del Sodalizio, secondo lo schema approvato.
Ancora ai nostri tempi sono da conservarsi sia questa distinzione di gradi dei Cavalieri del suddetto Ordine Equestre sia queste insegne, poiché appaiono molto atte a premiare, proporzionalmente ai meriti singoli, coloro che prestano la propria attività nel promuovere tale santa e fruttuosa Opera della Preservazione della Fede nei Luoghi Santi, quale é quella da Noi più sopra lodata.
Affinché poi possa essere conseguito un fine così raccomandabile, vogliamo che da ora in poi l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro e la sopradetta Opera della Preservazione della Fede nei Luoghi Santi siano tutta una cosa e formino quasi un solo corpo ed istituzione da governarsi unicamente dal medesimo Patriarca Gerosolimitano.
In conseguenza estinto e abolito del tutto il Gran Magistero dell’Ordine, che il Nostro Predecessore Pio Pp. X aveva costituito e riservato, con le sue Lettere Quam multa alla sola Persona del Sommo Pontefice, decretiamo e stabiliamo che, nonostante le sopradette Lettere Apostoliche, che dichiariamo di nessun valore in questa loro parte, da ora in poi l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, sotto la benigna protezione della Sede Apostolica, dipenda esclusivamente dall’autorità del Patriarca Latino di Gerusalemme pro tempore, il quale pertanto, in qualità di Rettore e Amministratore perpetuo dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro avrà il diritto pieno e proprio di regime e godrà nello stesso tempo della facoltà di creare in seguito nuovi Cavalieri.
Mentre poi comandiamo che in tutto il resto venga esattamente osservato ciò che era stabilito sia dalle Lettere Apostoliche Cum multa di Pio IX, le quali debbono considerarsi come il vero fondamento dell’odierno Ordine Equestre del S. Sepolcro, sia dalle Lettere Quam multa del Papa Pio X, in quanto esse non contraddicano al tenore delle presenti Lettere, restando così priva di valore ogni e qualsiasi altra Lettera Apostolica, che nei tempi passati sia stata rilasciata in favore del predetto Ordine Equestre; desideriamo vivamente che da ora in poi le due sullodate Istituzioni, l’Opera cioé della Preservazione della Fede in Palestina e l’Ordine Equestre del S. Sepolcro, riunite, come si é fatto, in un solo Corpo, e poste sotto la diretta amministrazione e direzione del Patriarca di Gerusalemme, lavorino con grande solerzia e studio nella coltivazione del Campo del Signore traendone ubertosissimi frutti di salute.
Intanto nella speranza che questa Nostra manifestazione di benignità sia per essere di utilità e di vantaggio sia dell’Opera della Preservazione della Fede nei Luoghi Santi sia dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro, che vogliamo sempre conservato nella benevola protezione Apostolica, impartiamo di cuore nel Signore, come pegno delle celesti grazie, l’Apostolica benedizione a tutti i Socii delle predette istituzioni e principalmente allo stesso loro Rettore.
Ciò stabiliamo nonostante qualunque cosa in contrario, decretando che le presenti Lettere rimangano sempre ferme valide ed efficaci, ed ottengano ogni loro pieno e integro effetto; suffraghino quindi pienamente ora e in seguito a coloro a cui riguardano o possano in seguito riguardare; così deve giustamente giudicarsi e definirsi, e da ora stesso sia nulla e vana quella qualunque cosa che scientemente o ignorantemente da chiunque, con qualsiasi autorità, possa essere tentata in contrario a ciò che sopra abbiamo stabilito.
Dato a Roma, presso S. Pietro, sotto l’anello del Pescatore il 6 del mese di Gennaio nell’anno 1928, sesto del Nostro Pontificato.
P. Card. Gasparri, Segretario di Stato

 


1931, 5 agosto
PIO PP. XI
IL SOMMO PONTEFICE PIO XI CONCEDE L’ATTRIBUTO "DI GERUSALEMME" ALL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO

DAL DECRETO
della Sacra Congregazione del Cerimoniale 5 Agosto 1931


a) Alla denominazione ufficiale "Ordine Equestre del S. Sepolcro", per benigna concessione di Sua Santità Pio Papa XI viene aggiunta infine l’attribuzione "di Gerusalemme", in modo che la denominazione viene così stabilita: "Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme".
b) In considerazione poi delle benemerenze dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme verso la S. Sede, nell’intento di favorire, a maggior lustro di quanti ne sono investiti, il riconoscimento ufficiale delle decorazioni dell’Ordine stesso da parte dei Governi che hanno relazioni diplomatiche con la S. Sede, si prescrive che l’Ecc.mo Patriarca Latino di Gerusalemme comunichi volta per volta i nomi dei nuovi membri dell’Ordine alla Cancelleria dei Brevi Apostolici presso la S. Sede; affinché questa, ove nulla abbia ad osservare in contrario, ne prenda atto ed apponga il suo Visum e Sigillo sul Diploma, condizione necessaria per il suddetto riconoscimento ufficiale.

 


1932, 19 marzo
PIO PP. XI
IL SOMMO PONTEFICE APPROVA LO STATUTO DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME

DECRETO
DELLA SACRA CONGREGAZIONE CERIMONIALE


Il presente Statuto, esaminato da questa Sacra Congregazione Cerimoniale ed approvato da Sua Santità Pio Papa XI nell’Udienza concessa all’infrascritto Mons. Segretario il 2 Marzo 1932, va in vigore con la data odierna.
Con questo vanno abrogati tutti gli altri precedenti Statuti e Regolamenti che possano riguardare l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Qualsiasi altra modi6cazione, che si volesse introdurre, deve ottenere la previa approvazione della S. C. Cerimoniale.
Roma, dalla Sede della S. C. Cerimoniale il 19 marzo 1932.
G. Card. Granito di Belmonte, Prefetto
B. Nardone, Segretario

 


1940, 16 luglio
PIO PP. XII
IL SOMMO PONTEFICE NOMINA IL CARDINALE CANALI PATRONO DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME


Diletto Figlio Nostro, salute e Apostolica Benedizione.
Poiché l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme presentemente é privo del suo Patrono presso la Curia Romana, Noi, per provvedere, nel Signore, al bene dello stesso Ordine e dell’annessa Opera della Preservazione della Fede nei Luoghi Santi, a Te, Diletto Figlio Nostro, riteniamo di affidare questa carica, benché di questo più alto ufficio lo Statuto approvato dalla Sacra Congregazione Ceremoniale nell’anno 1932 non faccia menzione, confidando che dalla Tua sollecita cura il predetto Ordine trarrà la massima utilità e il maggior ornamento.
Pertanto di motu-proprio, con sicura conoscenza e dopo matura riflessione Nostra, Te, o Diletto Figlio Nostro, con questa Apostolica Lettera e con la Nostra autorità, eleggiamo, facciamo e dichiariamo Patrono, ossia Protettore del detto Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme presso di Noi e di questa Apostolica Sede, finche vivrai, con tutti gli onori, privilegi, prerogative, diritti e oneri soliti e consueti.
Scrupolosamente osservate tutte quelle norme che sono stabilite dal ricordato Statuto approvato dalla Sacra Congregazione Cerimoniale, nonché dal Decreto della stessa Sacra Congregazione emesso il 5 di Agosto dell’anno 1931, ordiniamo a tutti e ai singoli Dirigenti e Appartenenti al detto Ordine di accoglierTi come loro Patrono e di trattarTi con la dovuta riverenza; nonostante alcuna cosa in contrario.
Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l’anello del Pescatore, addì 16 del mese di Luglio, dell’anno 1940, secondo del Nostro Pontificato.

Luigi card. Maglione, Segretario di Stato

 


1945,15 agosto
PIO PP. XII
IL SOMMO PONTEFICE CONCEDE ALL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME LA CHIESA E IL CENOBIO DI S. ONOFRIO AL GIANICOLO


Al Diletto Figlio Nostro
Nicola di Santa Romana Chiesa Cardinale Canali diacono di S. Nicola in Carcere

MOTU PROPRIO

Poiché l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme non ha assegnata in quest’Alma Città una sua propria Chiesa, desideriamo di dargliene una che non solo sia testimonianza della Nostra paterna benevolenza, ma abbia anche una speciale convenienza e particolare significato.
Sorge sul colle Gianicolense un famoso tempio dedicato a S. Onofrio, insigne fin dal secolo XVI dell’onore di essere titolo Cardinalizio presbiterale, che sembra a Noi adattissimo per realizzare questo Nostro desiderio.
In esso infatti vive ancora la memoria di Torquato Tasso, celebre poeta, che cantò con delicata opera poetica le gesta dei Crociati, che combatterono per ridare la libertà al Santo Sepolcro di Gerusalemme: e ivi é anche un vetusto monastero che - dopo la regolare scomparsa dell’Ordine degli Eremiti di San Girolamo - può opportunamente accogliere questo Ordine Equestre e gli può offrire una opportuna sede per lo svolgimento delle sue cerimonie religiose e di pietà e le sue opere di carità.
Per cui, dopo aver ponderatamente esaminata la cosa, e dopo aver udito il diletto figlio Nostro Emanuele Celestino del titolo di S. Onofrio al Gianicolo di S. R. Chiesa Cardinale Suhard, Arcivescovo di Parigi, di Motu Proprio, con certa scienza e con la pienezza della Nostra podestà Apostolica, decidiamo e stabiliamo quanto segue:
1) l’uso della chiesa dedicata a Sant’Onofrio sul colle Gianicolense e parimenti dell’annesso cenobio e Museo Tassiano, con la suppellettile e tutte le cose sia mobili o che sono fisse al suolo e si dicono immobili, di diritto é assegnato all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme;
2) la nomina del Rettore e dell’altro Clero di questo tempio spetta al Sommo Pontefice, udito il parere del Cardinale Prete del titolo di S. Onofrio al Gianicolo, sia dell’Em.mo Cardinale Vicario di Roma, sia dell’Em.mo Cardinale che in quel tempo é Patrono dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme;
3) questa medesima chiesa dedicata a S. Onofrio anche in seguito rimarrà aperta opportunamente a tutti i fedeli che desiderano andarvi per motivo di pietà.
Tutto ciò che abbiamo decretato e stabilito con questo documento emanato di Motu Proprio sia deciso e immutabile, nonostante qualunque cosa contraria, anche se degna di specialissima menzione.
Dato a Roma, presso S. Pietro il 15 agosto 1945 festa dell’Assunzione di Maria Vergine, nell’anno VI del Nostro Pontificato.
PIO PP. XII

 


1949, 22 febbraio

LA SACRA PENITENZIERIA APOSTOLICA CONCEDE SPECIALI INDULGENZE AI CAVALIERI E ALLE DAME DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME.

SACRA POENITENTIERIA APOSTOLICA
Officium de Indulgentiis

Beatissimo Padre,
Il Priore di Roma dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, prostrato ai piedi della Santità Vostra, domanda umilmente in favore dei Cavalieri e delle Dame del predetto Ordine i seguenti favori spirituali:
1. Indulgenza plenaria alle solite condizioni,
nel giorno della investitura;
nella festa di Nostra Signora Regina di Palestina;
2. Indulgenza plenaria "in articulo mortis", se confessati e comunicati o almeno contriti, avranno devotamente invocato con la bocca, potendo, altrimenti col cuore, il SS.mo Nome di Gesù ed accettato pazientemente la morte come pena del peccato;
3. Indulto, in forza del quale tutte le Messe, che verranno applicate in suffragio dell’anima di un Cavaliere o di una Dama dell’Ordine, giovino a quell’anima come se fossero celebrate in un altare privilegiato. Che della grazia, etc.
Valerio Valeri
Arcivescovo tit. di Efeso

Die 22 februarii 1949
Sacra Poenitentaria Apostolica, vi facultatum a SS.mo D.N. Pio PP. XII sibi tributarum, benigna annuit pro gratia iuxta preces in perpetuum absque ulla Apostolicarum Litterarum in forma brevi expeditione. Contrariis quibuslibet minime obstantibus.
N. Card. Canali, Poenitentiarius Maior
S. Luzio, Regens

 


1949, 14 settembre
PIO PP. XII
IL SOMMO PONTEFICE APPROVA IL NUOVO STATUTO E CONCEDE LA "PERSONALITÀ GIURIDICA" ALL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME

 


A PERPETUA MEMORIA DELLA COSA

Quella benevolenza che i Romani Pontefici, Nostri Predecessori, specialmente i più recenti, cioè Pio IX, Leone XIII, Pio X, Benedetto XV, Pio XI, dimostrarono spesso e in maniera particolare verso l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme fin dagli antichi tempi assai benemerito della Religione e della Chiesa, Noi, ricevuta quasi in eredità, la stessa benevolenza ci adoperammo di custodire e di aumentare.
E difatti con le Nostre Lettere Apostoliche spedite il 16 luglio dell’anno 1940, sotto l’anello del Pescatore, assegnammo allo stesso Ordine un Cardinale come Patrono presso di Noi e questa Sede Apostolica, derogando soltanto in ciò agli Statuti dell’Ordine medesimo, approvati con decreto della Sacra Congregazione Cerimoniale, in data 19 marzo dell’anno 1932, i quali ordinammo che in tutto il resto rimanessero pienamente in vigore.
In seguito, demmo un nuovo attestato di pontificia benevolenza all’Ordine del Santo Sepolcro col Nostro Motu Proprio del 15 agosto 1945, in forza del quale concedemmo al predetto Ordine di poter usare della Chiesa di S. Onofrio al Gianicolo e dell’annesso cenobio, già degli Eremiti di San Girolamo, in modo che avesse una sede opportuna e decorosa ove esercitare utilmente le sue opere di religione, di pietà e di carità.
Al quale beneficio e favore Noi fummo spinti, come si legge nel citato Motu Proprio, dal fatto che nel Tempio dedicato a S. Onofrio Anacoreta si conservano le ceneri e vige tuttora la memoria di Torquato Tasso, di quel celebre poeta, che cantò con soavi accenti le gesta dei Crociati pugnati per la liberazione del S. Sepolcro di Gerusalemme, le cui vestigia, mutati i tempi e cambiate le condizioni, confidiamo che seguano gli odierni Croce segnati, apprestando a Noi e alla S. Chiesa universale tutti quei servizi ed aiuti, sia spirituali sia temporali che appaiono ogni giorno più opportuni e necessari alla tutela dei Luoghi Santi della Palestina e alla loro liberazione dal dominio e dalle incursioni degli infedeli e degli eretici.
Infatti nessuno può ignorare il Nostro vivo interessamento, manifestato anche recentemente con pubblici e solenni documenti pontifici, affinché i diritti del popolo cristiano relativi alla custodia e alla incolumità della Terra Santa siano rispettati e protetti.
Ora perché la Nostra paterna e particolare benevolenza verso l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme nuovamente e maggiormente sia manifesta e l’Ordine stesso raggiunga più facilmente il suo fine e con maggiore pienezza corrisponda alla Nostra aspettativa, molto volentieri abbiamo stabilito di approvare le nuove Leggi ed i nuovi Statuti che, dopo matura deliberazione e con il parere di persone competenti, l’Ordine stesso ha progettato per se.
Pertanto, di motu proprio, per certa scienza e matura Nostra deliberazione, con la pienezza della Nostra Apostolica autorità, in forza delle presenti Lettere, approviamo e con la Nostra autorità confermiamo e muniamo del vigore della sanzione apostolica i nuovi Statuti dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, secondo il testo scritto in lingua italiana, che abbiamo ordinato si conservasse nell’Archivio della Nostra Segreteria di Stato, Sezione dei Brevi Apostolici, l’inizio del quale testo è: "Articolo I. L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro" e le ultime parole sono: "dipende direttamente dal Cardinale Gran Maestro".
Nello stesso tempo, con queste medesime Nostre Lettere e con la Nostra autorità abroghiamo e dichiariamo essere abrogati gli Statuti già approvati con il decreto della S. Congregazione Cerimoniale di cui sopra abbiamo fatto menzione.
Inoltre erigiamo e costituiamo l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme in "persona giuridica", come si dice, con tutti i privilegi, le facoltà, gli onori che comunemente, a norma del diritto vigente, competono e possono competere ad ogni persona giuridica.
Infine poiché Ci consta pienamente che il sullodato Ordine è in grado di raggiungere da se stesso il santo e lodevole scopo a cui teneva la salutare e fruttuosa Opera della Preservazione della Fede in Palestina, istituita l’anno 1920 e dal Nostro Antecessore d’immortale memoria, Pio XI, con Breve del 6 gennaio 1928, unita all’Ordine del Santo Sepolcro e soggetta alla giurisdizione del Patriarca Latino di Gerusalemme "pro tempore" quale Rettore ed Amministratore perpetuo dello stesso Ordine, con queste Lettere aboliamo e dichiariamo abolita e abrogata l’Opera medesima.
Queste cose stabiliamo, decretando che le presenti Lettere siano ora e in futuro immutabili, valide ed efficaci e conseguono ed ottengono il loro pieno ed integro effetto, e, al presente ed in seguito, giovino a coloro cui si riferiscono o possono riferirsi; e così si debba legalmente giudicare ed essere irritato e nullo tutto ciò che possa attentarsi in contrario circa queste disposizioni da qualsiasi autorità, coscientemente o no.
Nonostante qualsiasi cosa in contrario.
Dato da Castel Gandolfo, sotto l’anello del Pescatore, il giorno 14 del mese di settembre nella festa dell’Esaltazione della S. Croce, dell’anno 1949, undicesimo del Nostro Pontificato.
Per speciale concessione di Sua Santità
Per il Signor Cardinale Segretario di Stato
F.to: G. Prugnola
Reggente "ad interim" la Cancelleria dei Brevi Apostolici

 


1962, 8 dicembre
GIOVANNI PP. XXIII
IL SOMMO PONTEFICE APPROVA IL NUOVO STATUTO DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME, E NOMINA IL CARD. EUGENIO TISSERANT, PRIMO GRAN MAESTRO DELL’ORDINE


A PERPETUA MEMORIA DELLA COSA

L’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme che da parte della Santa Sede é stato sempre oggetto di particolari attenzioni, ha preso il suo appellativo e la sua vigoria da quel piissimo monumento di vittoria per la quale il Cristo Salvatore, risorgendo dai morti, ha debellato la morte, ha dato a noi la vita, ed ha elargito la salvezza eterna.
Ed invero, desideroso di conservare quasi, come una eredità, quegli attestati di benevolenza che i Pontefici avevano manifestato all’Ordine nei secoli passati, e desideroso di accrescerli, il nostro Predecessore Pio XII, di felice memoria, con Lettera Apostolica avente il sigillo del Pescatore e la data del 14 Settembre 1949, con la Sua autorità approvò e confermò gli Statuti dell’Ordine.
Noi poi, che nel già lungo cammino della Nostra vita, tante volte abbiamo avuto il piacere di incontrarci con i Cavalieri di questo Ordine e di conoscere le opere compiute dal medesimo, abbiamo piacere di aggiungere altra benevolenza a quella già manifestata dai Sommi Pontefici.
E mossi da questa volontà di benevolenza verso la nobilissima famiglia dei Cavalieri, abbiamo preposto ad essa Venerabile fratello Nostro Eugenio Tisserant, Cardinale di Santa Romana Chiesa, Vescovo di Ostia, Porto e S. Rufina, Decano del S. Collegio degli Em.mi Cardinali, dopo la scomparsa, da questa vita terrena, del Cardinale Nicola Canali, che é stato il primo Gran Maestro di questo Ordine, insignito della Porpora Romana, sotto il cui vigoroso impulso l’Ordine si é felicemente sviluppato e, per le sue lodevoli attività, si é reso meritevole di una particolare benevolenza da parte della S. Sede e di avere la sua protezione.
Non possiamo fare a meno poi di constatare che l’Ordine si é gia diffuso in molte Nazioni, e che le istituzioni del Patriarcato Latino di Gerusalemme hanno ricevuto dal medesimo moltissimi aiuti.
Inoltre oggi, ossequiente ai Nostri desideri, il predetto Ordine del S. Sepolcro intende rivolgere la sua attività caritativa ed il suo zelo missionario a tutti coloro - sia che appartengano al Rito Latino che all’Orientale - che sono in quella Terra divenuta sacra per la dimora di Cristo, e che ivi profondono la loro energia, perché la Fede vi sia conservata, difesa, propagata.
Tutte queste lodevoli iniziative e gli impegni assegnati all’Ordine che, senza dubbio, con l’aiuto di Dio, esso si sforzerà di adempiere, hanno dimostrato l’opportunità di adattare e prudentemente modificare quelle norme che - come abbiamo detto sopra - erano state approvate dal S. Pontefice Pio XII, per renderle più consone alle attuali necessità di vita ed alle forme di apostolato dell’Ordine.
E’ infatti naturale che come qualsiasi altra istituzione che sia ben organizzata ed abbia una sua vitalità, anche questa famiglia di Cavalieri debba avere ben chiaro che, quanti sono alla sua direzione, sotto la guida del Cardinale Gran Maestro devono cercare, con tutte le forze, di conseguire le nobilissime ed alte fedeltà assegnate all’Ordine: vale a dire che i Membri alimentino sempre più i loro animi dello spirito cristiano, difendano e propaghino la fede nella patria del Divino Redentore, e infiammino gli uomini ad amare il Salvatore.
Dopo avere considerato tutto questo, il Nostro Venerato Fratello Eugenio Tisserant, Cardinale di Santa Romana Chiesa che sopra abbiamo gia ricordato, Ci ha pregato di volere adattare, con la Nostra Autorità, gli Statuti dell’Ordine a quelle esigenze che sono imposte dai tempi presenti.
E Noi, dopo avere accolto ben volentieri la Sua preghiera, decidemmo che l’Eminentissimo Cardinale Segretario di Stato, mettesse alla prova gli Statuti riesaminati e modificati, per un certo tempo, a titolo di esperimento; il che è stato fatto con una sua lettera del 12 Giugno 1962.
E siccome questo periodo di prova ha dato risultati buoni, pensiamo che ormai sia giunto il momento di dare un riconoscimento ed approvazione solenne agli Statuti che completano e innovano quegli antecedenti, pubblicati cioè nell’Anno 1949.
Stando pertanto le cose in questi termini, Noi, di Nostra iniziativa, con certa scienza e dopo matura Nostra deliberazione, ed usando della pienezza della Potestà Apostolica, in forza di queste Lettere Apostoliche, approviamo, confermiamo e muniamo del vigore della sanzione Apostolica, in modo definitivo, i Nuovi Statuti dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, secondo il testo scritto in lingua italiana, che si compone di 30 Articoli, che si conserva nell’Archivio del Nostro Ufficio dei Brevi Apostolici e che comincia con queste parole: "Articolo 1: Fondazione: l’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme, di antica origine, costituito..." e termina: "le Luogotenenze possono disporre di un Regolamento particolare reso valido dall’approvazione del Cardinale Gran Maestro".
Inoltre, siccome il Nostro Predecessore Pio XII aveva eretto l’Ordine Equestre del S. Sepolcro in persona giuridica, come si dice, Noi confermiamo all’Ordine questo suo stato giuridicamente costituito, con tutti i privilegi, facoltà, onori che competono - per legge - a chi é persona giuridica.
Nonostante qualsiasi cosa in contrario,
Queste cose stabiliamo decretando che le presenti Lettere siano ora ed in futuro immutabili, valide ed efficaci; che conseguano ed ottengano il loro pieno ed integro effetto; e che al presente ed in seguito giovino a coloro cui si riferiscono o possano riferirsi: e che in tal modo si debba legalmente giudicare e definire: e che dev’essere considerato irrito e nullo, fin da ora, tutto ciò che possa essere attentato contro queste disposizioni, da qualsiasi autorità, coscientemente o per ignoranza.
Da Roma, presso la tomba di S. Pietro, con il sigillo del Pescatore, il giorno 8 Dicembre 1962, nella Festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Anno V del Nostro Pontificato.
H.J. Card. Cicognani a publicis Ecclesiae negotiis

 


1964, 30 maggio
DISCORSO DEL PAPA PAOLO VI ALL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME


Signor Cardinale!
Eccellenze!
Illustri Signori e Signore!

Vi ringraziamo cordialmente di cotesto atto di nobile devozione e di filiale fedeltà: ne apprezziamo i sentimenti, che sgorgano dai vostri spiriti non meno che dalle finalità statutarie dell’Ordine, cavalleresco e religioso insieme, a cui vi onorate di appartenere. Ne accogliamo con riconoscente attenzione la franca ed eletta voce nelle parole, con cui voi avete voluto accompagnare la vostra visita e con cui Ci date relazione, sommaria ma eloquente, dello spirito, che vuole animare la vostra compagine; dell’attività, sia religiosa che, benefica, a cui vi dedicate e da cui scaturiscono i meriti principali del vostro illustre sodalizio; dei propositi, che voi esprimete quasi per tracciare al vostro futuro cammino nuovi sentieri di feconda operosità e per assumere davanti a questa significativa riunione e davanti a Noi stessi l'impegno onesto e generoso di volerli mantenere.
Questo incontro Ci offre perciò l’opportunità per incoraggiare sentimenti e propositi, che non possono non meritare plauso e fiducia. Un’istituzione come la vostra attira a sè lo sguardo e la stima del pubblico per i due aspetti che essa palesemente gli presenta: quello esteriore, delle vostre divise, delle vostre insegne, delle vostre riunioni; e quello interiore, della vostra adesione alla fede e alla vita cattolica, anzi alla milizia ed al servizio della Chiesa e della causa di Gesù Cristo in quei Luoghi Santi specialmente, che furono l’umile e incomparabile scena del Vangelo e sono tuttora il quadro di fatti e di interessi religiosi, a cui la Santa Sede, e con essa tutto il mondo cattolico, annettono sempre somma importanza. Un’unica regola perciò, si può dire, governa la vostra medesima istituzione: la corrispondenza, la coerenza, il mutuo riflesso dell’uno aspetto con l’altro. A che cosa servirebbero i segni esteriori del vostro Ordine se non fossero indicativi d’una sincera e vissuta professione di fede cattolica, sia nell’interno dei cuori, sia nello stile morale che tutta deve improntare la vita d’un Cavaliere del Santo Sepolcro? e non sono appunto tali distintivi, che vi dichiarano iscritti ad un’eletta e qualificata milizia di Cristo, simboli, stimoli, vincoli della vostra fedeltà alla sua causa, della vostra esemplarità nella società in cui vi trovate, della vostra non inerte, non passiva, non stanca, ma attiva, ma generosa, ma militante adesione alla santa Chiesa?
Così vuol essere, così dev’essere la vostra appartenenza all’ordine del Santo Sepolcro. Che i vostri spiriti siano pervasi da tale corroborante coscienza, e voi avrete veramente realizzato in voi stessi l’onore di appartenervi e avrete dato all’Ordine stesso la migliore conferma della sua ragione di vivere, la sua vigorosa pienezza di disciplina e di attività, il suo più alto livello di merito e di gloria.
E Noi stessi, che conosciamo il sentiero lungo ed aspro, che l’Ordine vostro ha percorso in questi ultimi decenni per giungere al punto costituzionale e funzionale, in cui oggi si trova, di cuore facciamo voti che tale sentiero, forse ora più facile, possa giungere alle sue mète conclusive di ordinamento pratico, di prosperità e di benessere, e di splendore morale e spirituale. E con l’augurio la preghiera, la quale risponde non meno ai vostri Statuti,, che alle Nostre sollecitudini per quella Terra benedetta, dove il Santo Sepolcro ha la sua sede, e dove Noi stessi abbiamo avuto la somma ventura di compiere, come sapete, un umile, ma commovente e celebrato pellegrinaggio: continuate ad amare quei Luoghi Santi, d’una predilezione sempre più intensa e più pia; continuate a cercarvi e ad onorarvi la terra santificata dai passi del Figlio di Dio fattosi Figlio dell’uomo; continuate a promuovere colà le opere di religione, di istruzione, di carità, che vi attestano la tenace ed amorosa presenza della Chiesa cattolica; accrescete, potendo, il vostro sforzo di beneficenza spirituale e corporale per quelle popolazioni, che l’incontro Nostro con esse, così vivo e cordiale da parte loro, Ci ha rese ancora più care; e fate loro vedere che la vostra Crociata vuol essere quella della carità, della concordia, della pace; quella del Vangelo di Cristo, che nel servizio della Chiesa cattolica e dei suoi figli più fedeli ed operosi, altro non vuole se non la vera salvezza di tutti.
Fiduciosi che a questi voti risponderà, con l’aiuto di Dio, la vostra operosa milizia, tutti di cuore vi benediciamo.

 


1977, 8 luglio
NUOVO STATUTO

 

 


1996, 1 febbraio
IL SANTO PONTEFICE CON RESCRITTO CONCEDE LA "PERSONALITA' GIURIDICA VATICANA" E STABILISCE LA SEDE DELL'ORDINE NELLO STATO DELLA CITTA' DEL VATICANO

 


2000, 2 marzo
DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II AI PARTECIPANTI AL GIUBILEO DELL'ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME


1. Con grande gioia vi accolgo, cari Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici che rappresentate il benemerito Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Voi siete convenuti a Roma dai cinque Continenti per celebrare il vostro Giubileo. A tutti va il mio saluto cordiale!
Ringrazio con fraterno affetto il Signor Cardinale Carlo Furno, che si è fatto interprete dei comuni sentimenti. Nelle sue parole ho colto il vostro desiderio di rispondere adeguatamente allo specifico servizio alla Terra Santa, che è proprio dell'Ordine. Si tratta di un'importante missione: grazie al vostro generoso impegno spirituale e caritativo in favore dei Luoghi Santi e del Patriarcato Latino di Gerusalemme s'è potuto fare molto per la valorizzazione del prezioso patrimonio di testimonianze storiche che si conservano in Terra Santa. Ad esse guarda con rinnovato interesse l'odierna società, tecnologicamente evoluta, ma bisognosa come non mai di valori e di richiami spirituali.
2. Il vostro Ordine Equestre, nato alcuni secoli fa quale "Guardia d'onore" per la custodia del Santo Sepolcro di Nostro Signore, ha goduto d'una singolare attenzione da parte dei Romani Pontefici. Fu il Papa Pio IX, di venerata memoria, che nel 1847 lo ricostituì, per favorire il ricomporsi di una Comunità di fede cattolica in Terra Santa. Questo grande Papa restituì al vostro Ordine la sua funzione primitiva, ma con una significativa differenza: la custodia della Tomba di Cristo non sarebbe più stata affidata alla forza delle armi, ma al valore di una costante testimonianza di fede e di solidarietà verso i cristiani residenti nei Luoghi Santi.
E' questo ancor oggi il vostro compito, carissimi Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La celebrazione del Giubileo vi aiuti a crescere nella pratica assidua della fede, nell'esemplare condotta morale e nella generosa collaborazione alle attività ecclesiali a livello sia parrocchiale che diocesano. L'Anno Santo, che è tempo di personale e comunitaria conversione, veda ciascuno di voi intento a sviluppare ed approfondire le tre virtù caratteristiche dell'Ordine: "zelo alla rinuncia in mezzo a questa società dell'abbondanza, generoso impegno per i deboli e i non protetti e lotta coraggiosa per la giustizia e la pace" (Direttive per il rinnovamento dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme in vista del Terzo Millennio, n. 18).
3. Un vincolo antico e glorioso lega il vostro Sodalizio cavalleresco al luogo del Sepolcro di Cristo, dove viene celebrata in maniera tutta particolare la gloria della risurrezione. E' proprio questo il fulcro centrale della vostra spiritualità. Per rinnovare tale millenario vincolo e rendere sempre più viva ed eloquente questa vostra testimonianza evangelica, voi avete provveduto ad elaborare nuove direttive per la vostra attività, nel quadro dello Statuto del vostro Ordine. Siete infatti consapevoli che, all'avvio di un nuovo millennio, si impone un'aggiornata interpretazione della regola di vita del vostro singolare servizio. Anche per voi, come del resto per ogni cristiano, decisiva è la riscoperta del Battesimo, fondamento di tutta l'esistenza cristiana. E questo esige un accurato approfondimento catechetico e biblico, una seria revisione di vita ed un generoso slancio apostolico. Sarete così aperti al mondo di oggi senza venir meno allo spirito dell'Ordine, il cui auspicato rinnovamento dipende soprattutto dalla personale conversione di ciascuno. Come recitano le vostre insegne: "Oportet gloriari in Cruce Domini Nostri Iesu Christi": è necessario gloriarsi della Croce del Nostro Signore Gesù Cristo. Sia Cristo il centro della vostra esistenza, di ogni vostro progetto e programma, sia personale che associativo.
4. Carissimi Fratelli e Sorelle, tra qualche settimana, a Dio piacendo, avrò anch'io la grazia di rendere visita al Santo Sepolcro. Potrò così sostare in preghiera nel luogo in cui Cristo ha offerto la sua vita e l'ha poi ripresa nella risurrezione, facendoci dono del suo Spirito.
Carissimi Cavalieri, Dame ed Ecclesiastici dell'Ordine, per questo pellegrinaggio conto anche sulla vostra preghiera, per la quale vi esprimo fin d'ora la mia riconoscenza. Vi affido tutti alla materna protezione della Vergine Regina della Palestina. Sia Lei ad assistervi nello speciale compito "di assistere la Chiesa in Terra Santa e di rafforzare nei membri la pratica della vita cristiana" (Direttive, cit., n. 3).
La Santa Famiglia protegga voi e le vostre famiglie. Rifulga nel cuore di ognuno di voi la consolante certezza che Cristo è morto per noi ed è veramente risorto. Egli è vivo: ieri, oggi e sempre.
Con tali sentimenti, volentieri imparto a ciascuno di voi una speciale Benedizione apostolica.

 


2003, 23 ottobre
LETTERA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II ALLA CONSULTA DELL'ORDINE

"Per mezzo vostro, carissimi componenti del Gran Magistero e Luogotenenti, giunga poi l’espressione del mio apprezzamento a tutti i Cavalieri e le Dame del Santo Sepolcro, che operano in favore dei cristiani in Terra Santa. Tutti vi lodo ed incoraggio per il sostegno che non fate mancare alle istituzione del Patriarcato Latino di Gerusalemme, e per ogni altra iniziativa da voi generosamente promossa.
Molteplici, e talora ingenti, sono le necessità a cui bisogna far fronte per promuovere la giustizia e la pace nella Regione Medio Orientale, segnata da una persistente e grave crisi sociale ed economica. Le auspicate prospettive di pacificazione e di ricostruzione richiedono la corresponsabile collaborazione di tutti: dei governi e delle istituzioni religiose, delle organizzazioni umanitarie e di ogni persona di buona volontà.
In questo contesto si colloca la vostra azione umanitaria e spirituale, che interessa un settore quanto mai vitale come quello della gioventù. L’aiuto ai cristiani di Terra Santa si realizza, in maniera concreta, fornendo ai ragazzi e ai giovani un’adeguata formazione scolastica. A Tale proposito, auspico che, con sempre maggiore sicurezza e stabilità, si riesca ad assicurare l’educazione cristiana nelle scuole, in un clima di rispetto e di collaborazione fra le varie componenti della società.
Siate costruttori di amore e di pace, ispirandovi nella vita e nelle opere al Vangelo e specialmente al mistero della passione e della resurrezione di Cristo. Vostro modello sia Maria, la Madre dei credenti, sempre pronta ad aderire con gioia alla volontà di Dio. InvocateLa ogni giorno con la bella e tradizionale preghiera del Rosario, che aiuta a contemplare Cristo con lo sguardo della sua Madre. Questo sarà per voi fonte di crescita, come avvenne per il beato Bartolo Longo, vostro illustre confratello".

 


 

2008, 5 dicembre
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALLA CONSULTA DELL'ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME

 

Signor Cardinale,
Venerati fratelli nell’Episcopato,
Signori membri del Gran Magistero e Luogotenenti,
cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliere e dare il mio cordiale benvenuto ai Cavalieri, alle Dame ed agli Ecclesiastici che rappresentano l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. In particolare, saluto il Signor Cardinale John Patrick Foley, Gran Maestro dell’Ordine, e lo ringrazio per le gentili parole che, anche a nome di tutti Voi, mi ha poc’anzi indirizzato. Saluto altresì il Gran Priore, Sua Beatitudine Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme dei Latini. Attraverso ciascuno di Voi desidero, inoltre, far giungere l’espressione della mia stima e riconoscenza a tutti i componenti del vostro benemerito Sodalizio diffuso in molte parti del mondo.

Il motivo che Vi vede riuniti qui a Roma è la “consulta mondiale”, che ogni cinque anni prevede l’incontro dei luogotenenti, dei delegati magisteriali e dei membri del gran magistero per valutare la situazione della comunità cattolica in Terra Santa, le attività svolte dall’Ordine e stabilire le direttive per il futuro. Nel ringraziarVi per la vostra visita, desidero manifestare il mio vivo apprezzamento specialmente per le iniziative di solidarietà fraterna che l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme da tanti anni continua a promuovere in favore dei Luoghi Santi. Nato infatti quale “Guardia d'onore” per la custodia del Santo Sepolcro di Nostro Signore, il vostro Ordine Equestre ha goduto di una singolare attenzione da parte dei Romani Pontefici, i quali lo hanno dotato degli strumenti spirituali e giuridici necessari per assolvere il proprio specifico servizio. Il Beato Pio IX nel 1847 lo ricostituì per favorire il ricomporsi di una Comunità di fede cattolica in Terra Santa, affidando la custodia della Tomba di Cristo non più alla forza delle armi, ma al valore di una costante testimonianza di fede e di carità verso i cristiani residenti in quelle terre. Più recentemente, il Servo di Dio Pio XII, di venerata memoria, conferì al vostro Sodalizio personalità giuridica, rendendone così più ufficiale e solida la presenza e l’opera all’interno della Chiesa e al cospetto delle Nazioni.

Cari fratelli e sorelle, un vincolo antico e glorioso lega il vostro Sodalizio cavalleresco al Santo Sepolcro di Cristo, dove viene celebrata in maniera tutta particolare la gloria della sua morte e della sua risurrezione. Proprio questo costituisce il fulcro centrale della vostra spiritualità. Gesù Cristo crocifisso e risorto sia dunque il centro della vostra esistenza e di ogni vostro progetto e programma personale ed associativo. LasciateVi guidare e sostenere dalla sua potenza redentrice per vivere in profondità la missione che siete chiamati a svolgere, per offrire una eloquente testimonianza evangelica, per essere costruttori, nel nostro tempo, di una speranza fattiva fondata sulla presenza del Signore risorto, il quale, con la grazia dello Spirito Santo, guida e sostiene le fatiche di quanti si dedicano all'edificazione di una nuova umanità ispirata ai valori evangelici della giustizia, dell'amore e della pace.

Quanto ha bisogno di giustizia e di pace la Terra di Gesù! Continuate a lavorare per questo, e non stancateVi di domandare, con la Preghiera del cavaliere e della dama del Santo Sepolcro, che quanto prima queste aspirazioni trovino pieno compimento. Domandate al Signore che Vi “renda convinti e sinceri ambasciatori di pace e di amore fra i fratelli”; chiedeteGli di fecondare con la potenza del suo amore la vostra costante opera a sostegno dell’ardente desiderio di pace di quelle comunità, appesantite negli ultimi anni da un clima incerto e pericoloso. A quelle care popolazioni cristiane, che continuano a soffrire a causa della crisi politica, economica e sociale del Medio Oriente, resa ancor più pesante con l’aggravarsi della situazione mondiale, rivolgo un affettuoso pensiero, riservando una particolare attestazione di vicinanza spirituale ai molti nostri fratelli nella fede che sono costretti ad emigrare. Come non condividere la pena di quelle comunità tanto provate? Come non ringraziare, al tempo stesso, Voi che Vi state adoperando generosamente per venire in loro aiuto? In questi giorni d’Avvento, mentre ci prepariamo a festeggiare il Natale, lo sguardo della nostra fede si dirige verso Betlemme, dove il Figlio di Dio è nato in una povera grotta. L’occhio del cuore si volge poi a tutti gli altri luoghi santificati dal passaggio del Redentore. A Maria, che ha dato al mondo il Salvatore, domandiamo di far sentire la sua materna protezione ai nostri fratelli e sorelle che lì abitano e quotidianamente affrontano non poche difficoltà. Le domandiamo pure di incoraggiare Voi e quanti, con l'aiuto di Dio, vogliono e possono contribuire all'edificazione di un mondo migliore.

Cari Cavalieri e care Dame, alimentate in Voi il clima dell’Avvento, tenendo desta nei vostri cuori l'attesa del Signore che viene, perché possiate incontrarlo negli avvenimenti di ogni giorno e riconoscerlo e servirlo specialmente nei poveri e nei sofferenti. La Vergine di Nazaret, che tra qualche giorno invocheremo col titolo di Immacolata Concezione, Vi assista nella vostra missione di vegliare con amore sui Luoghi che videro il divin Redentore passare “beneficando e risanando tutti coloro che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con Lui” (At 10,38). Con tali sentimenti, volentieri imparto a tutti la mia Benedizione.

 

 

 

 

 

 


 

 

 



 

 

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Equestrian Order of the Holy Sepulchre of Jerusalem

Ordre équestre du Saint-Sépulcre de Jérusalem

Orden Ecuestre del Santo Sepulcro de Jerusalén

Ordem Equestre do Santo-Sépulcre de Jerusalém

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예루살렘의 신성한 무덤의 기마 순서

エルサレムの神聖な墓の乗馬順序

耶路撒冷聖潔墳墓的騎馬命令

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