Ordine Equestre del  Santo Sepolcro di Gerusalemme

 

LUOGOTENENZA PER L'ITALIA MERIDIONALE TIRRENICA


  CULTURA E SPIRITUALITA' :  Dov'è la Croce ,  di Federico Leonardi Donato

prima pagina  

 

 

 

Dov’e’ la Croce

 

di Federico Leonardi Donato

 

 

 

 

 

 

dedicato

Ai miei genitori, a mia moglie ed ai miei figli, a mio fratello.

 

 

Premessa

 

Dov’è la Croce e’ un viaggio all’interno della rete Internet alla ricerca delle fonti evidenti, nascoste o addirittura segrete della presenza nel mondo dei reperti della Vera Croce di Cristo.

La navigazione  e’ avvenuta con l’occhio esperto di chi conosce la rete in tutte le sue sfaccettature; l’analisi e l’acquisizione dei dati e’ libera da coinvolgimenti romantici o congetture empiriche .

La passione con la quale ho affrontato la redazione della ricerca  e’ legata all’immenso amore per una figura carismatica, emblematica, attuale e sempre quotidianamente presente nella mia vita quale quella di nostro Signore Gesu’ Cristo.

Giungere ad accettare di portare la propria Croce con dignita’ e coraggio e’ per me un obiettivo, un  lunghissimo cammino interiore di fede .

Federico Leonardi Donato

 

 

 Gesù di Nazaret (Betlemme o Nazaret, 7-2 a.C. – Gerusalemme, 26-36) è stato un
predicatore ebreo, attivo negli ultimi anni della sua vita nella provincia romana della
Giudea. È la figura centrale del Cristianesimo, che lo riconosce come il Cristo
(Messia) atteso dalla tradizione ebraica e Dio fatto uomo.
Le principali fonti testuali relative a Gesù sono i quattro vangeli canonici (Matteo,
Marco, Luca e Giovanni). Con lo svilupparsi del moderno metodo storico-critico
sono comparsi numerosi studi volti a valutare l'effettiva attendibilità storica dei
vangeli, in particolare relativamente agli elementi soprannaturali e miracolistici, e a
ricostruire il reale Gesù storico. Alcuni studiosi ne negano l'esistenza, relegandolo
alla sfera del mito.
I vangeli narrano la nascita di Gesù da Maria vergine, la predicazione focalizzata sul
Regno dei Cieli e sull'amore al prossimo, e realizzata con discorsi e parabole
accompagnati da miracoli; narrano infine la sua passione, morte in croce, risurrezione
e ascensione al cielo.I vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento identificano
Gesù con il Messia e il Figlio di Dio. Le neotestamentarie lettere paoline esaltano il
valore salvifico della sua morte e risurrezione. La successiva tradizione cristiana lo ha
quindi dichiarato seconda persona della Trinità, assieme al Padre e allo Spirito Santo,
e "vero Dio e vero uomo".

 

 

 

 

Titulus crucis conservato nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma.
Il titulus crucis è l'iscrizione che, secondo i Vangeli, fu apposta sopra la croce di Gesù
quando egli fu crocifisso.
Su di essa era scritto il motivo della condanna: Questi è Gesù, il re dei Giudei
(Matteo 27,37), ovvero Gesù Nazareno, re dei Giudei, secondo il Vangelo secondo
Giovanni (19,19); tale vangelo aggiunge che era scritta in ebraico, latino e greco.
Inoltre lo stesso vangelo afferma che, al leggerlo, i capi dei giudei si recarono da
Ponzio Pilato per chiedere che venisse corretto: secondo loro il titulus non doveva
affermare che Gesù era il re dei giudei, ma che si era autoproclamato tale. Pilato
rispose in modo spazientito e si rifiutò di modificare la scritta (Giovanni 19,21-22).
Nelle rappresentazioni artistiche della crocifissione, tradizionalmente sul titulus si
scrivono le sole quattro lettere INRI, iniziali dell'espressione latina Iesus Nazarenus
Rex Iudaeorum. Similmente in alcune chiese ortodosse l'iscrizione ha le lettere INBI,
utilizzando il testo greco equivalente (Ἰησοῦς ὁ Ναζωραῖος ὁ Bασιλεὺς τῶν
Ἰουδαίων).La tavola di legno, che la tradizione cattolica ritiene

 

 

La tavola di legno, che la tradizione cattolica ritiene essere parte del titulus, è
conservata insieme a un presunto chiodo della Passione e a frammenti della croce.
Tutti questi oggetti furono rinvenuti da Elena, madre dell'imperatore romano
Costantino I, che nel IV secolo visitò Gerusalemme e fece scavare l'area del Golgota.
Il titulus di Santa Croce reca effettivamente una parte dell'iscrizione nelle tre lingue. I
testi in latino e greco sono scritti al contrario, da destra a sinistra, probabilmente per
facilitare la lettura a persone abituate a leggere l'ebraico; inoltre nel testo latino è
scritto Nazarinus anziché Nazarenus. Queste anomalie sono considerate da alcuni
indizi di autenticità, in base al ragionamento che difficilmente un falsario le avrebbe
introdotte.
Il giornalista, antropologo e storico Michael Hesemann, con la collaborazione di
Carsten Peter Thiede e Leah Di Segni, ha compiuto sulla reliquia un'indagine storica
e l'ha sottoposta ad un'analisi di paleografia comparata.

 

Come arrivare: dalla fermata metro San Giovanni [linea A] si attraversano gli archi.
Da qui si percorre sulla destra per cinque minuti Via Carlo Felice che conduce alla
basilica

 

 

San Nicola di Bari
La leggenda della vera Croce
morte di Adamo - Salomone - Regina di Saba - Costantino - Elena - Eraclio -
considerazioni
morte di Adamo
La leggenda comincia da Adamo che, vecchio e ormai prossimo a morire, chiede al
figlio Seth di recarsi al Paradiso per ottenere dall'Arcangelo Michele l'olio della
misericordia come viatico di morte serena. L'Arcangelo, in cambio gli dà un
ramoscello dell'albero della vita per collocarlo nella bocca di Adamo al momento
della sua sepoltura (o tre semi: cedro, cipresso e pino secondo un'altra versione).: ne
nascerà un grande albero che riscatterà Adamo dalla sua colpa.

 

 

Salomone ordine l'abbattimento dell'albero
Quando il Re Salomone decise la costruzione
del Tempio di Gerusalemme, ordinò cha l'albero cresciuto sulla tomba di Adamo
fosse tagliato ed utilizzato allo scopo.
Invano fu il tentativo, infatti, scrive Iacopo Varazze :
"...non c'era posto in cui potesse essere sistemato: o era troppo lungo o era troppo
corto, e quando lo si tagliava della misura giusta sembrava così corto da non servire
più. Per la rabbia gli operai lo presero e lo buttarono su di uno specchio d'acqua,
perché servisse da passerella..." operai intenti a lavorare il legno non utilizzabile

 

La Regina di Saba in adorazione davanti al legno
La Regina di Saba, in visita a Salomone per
ascoltare la sua sapienza, al momento di attraversare la passerella costituita dal legno
inutilizzato, ha una folgorazione: quel legno servirà un giorno per la costruzione della
Croce di Gesù e il regno degli Ebrei sarebbe stato distrutto.
Il Re Salomone lo fa sotterrare nella piscina probatica (quella dove si lavavano gli
animali destinati al sacrificio). Durante i giorni del processo di Gesù la trave riaffiora
dalla terra e il legno verrà utilizzato per la costruzione della Croce.
Dopo duecento anni l'imperatore Costantino, mentre combatte contro Massenzio, ha
una visione: una croce luminosa con la scritta: "In hoc signo vinces". Pone il suo
esercito sotto l'insegna della Croce ed esce vittorioso nella battaglia di Ponte Milvio.
Sarà lui a dare piena libertà ai cristiani ponendo fine alle persecuzioni. Volendo
continuare nelle iniziative a favore dei cristiani, invia sua madre Elena a
Gerusalemme per ricercare il legno della Croce. Costantino e la visione della
"croce"

 

Elena in cerca del "legno"
Costei, saputo che un ebreo di nome
Giuda conosce il luogo dove si trova la Croce, sottopone l'individuo a supplizio per
indurlo a parlare calandolo in un pozzo senza pane e acqua. Dopo sette giorni l'ebreo
decide di parlare. Per sapere qual è la "vera" Croce accade un evento miracoloso: il
corpo di un giovane defunto torna in vita non appena è toccato dal Sacro Legno della
Passione.
Poi una parte della Croce viene lasciata a Gerusalemme e un'altra portata a
Costantinopoli. Trecento anni dopo (nel 614) Cosroe, Re di Persia, rimane colpito dal
sepolcro di Cristo e decide di portare con sé la sacra reliquia. Ma l'imperatore
bizantino Eraclio, dopo averlo sconfitto in battaglia, riesce a riprenderla e a riportarla
a Gerusalemme. Eraclio invita Cosroe a convertirsi

 

Scala Santa

 

La Scala Santa è, nella tradizione cristiana, la scala salita da Gesù per raggiungere
l'aula dove avrebbe subìto l'interrogatorio di Ponzio Pilato prima della crocifissione.
La Scala Santa di Roma
Un celebre edificio che si trova a Roma, meta di pellegrinaggio da parte dei cattolici,
porta anch'esso il nome di "Scala Santa".
La pia leggenda, di origine medievale, afferma che si tratterebbe della scala stessa
salita da Gesù, che sarebbe stata trasportata a Roma da Santa Elena, madre di
Costantino, nel 326.

 

Decorazione
Nel 1589, durante il pontificato di Papa Sisto V, questo edificio fu traslocato dal
Palazzo Laterano, nel quale si trovava, al Sancta Sanctorum, sul lato sinistro della
piazza San Giovanni in Laterano. I 28 gradini che la compongono furono messi in
opera iniziando dall’alto perché non fossero calpestati dai piedi dei muratori, ma
toccati solamente dalle ginocchia dei fedeli oranti. Inoltre fu arricchita da una folta
serie di affreschi tra il 1587-1588 dallo stesso Sisto V.
I cantieri pittorici sistini si distinsero per la celerità di esecuzione ed il gran numero di
affrescanti presenti, sotto la guida di Cesare Nebbia e Giovanni Guerra.
Più tardi, sotto Papa Innocenzo VIII, i gradini furono coperti con tavole di noce, per
impedirne l’usura. Ad oggi molti fedeli cattolici percorrono in ginocchio tutta la scala
pregando e chiedendo grazie.

 

 

La lancia di Longino

 

I "Vangeli Apocrifi" ed una tradizione popolare millenaria riferiscono che, ad oltraggiare il corpo senza vita del Figlio del Dio cristiano, secondo la leggenda, fu un centurione romano, Gaio Cassio Longino, soprannominato "Longino l'Isaurico" poichè ritenuto originario della provincia di Isauria, situata nell'attuale Turchia. Il "Vangelo di Giovanni" (Gv 19, 20) riporta che dalla profonda ed ampia ferita inflitta a Gesù fuoriuscirono sangue ed acqua e secondo la tradizione, la lancia del centurione romano, nel momento in cui l'estremità acuminata entrò in contatto con il sangue del Salvatore, acquistò istantaneamente straordinari poteri miracolosi.

E' collocata nella stanza del Tesoro del Palazzo dell'Hofburg a Vienna. Una volta posta all'Hofburg, venne aperta una fenditura nella lama della lancia , all'interno della quale venne introdotto un chiodo ritenuto essere uno di quelli impiegati per crocifiggere Gesù. Nel 1909 Adolf Hitler (Braunau, Alta Austria, 1889 - Berlino 1945), allora ventenne, si recò in visita al palazzo dell'Hofburg per ammirare il tesoro degli Asburgo, esposto nella Stanza del Tesoro. L'attenzione del futuro dittatore, in quella particolare occasione, fu attirata dalla Lancia di Longino e ne rimase talmente affascinato, quasi stregato, che sostò a lungo di fronte alla teca di cristallo che la custodiva.

 

 

 

 

 

 

LA SACRA SINDONE A TORINO

La Sindone di Torino, nota anche come Sacra Sindone, è un lenzuolo di lino
conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che
porta i segni di torture, maltrattamenti e di una possibile crocefissione. La tradizione
identifica l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello che fu usato per avvolgerne il
corpo quando egli, morto, fu deposto nel sepolcro. La sua autenticità è oggetto di
fortissime controversie.
Il termine "sindone" deriva dal greco σινδών (sindon), che indica un tessuto di lino di
buona qualità. Il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù.
Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino
ostendere, "mostrare"). Le ultime sono state nel 1978, nel 1998 e nel 2000; la
prossima è prevista per il 2010.

 

Negli anni cinquanta del XIV secolo la Sindone "comparve" nelle mani del cavaliere
Goffredo di Charny e di sua moglie Giovanna di Vergy. Non è noto come essi ne
fossero venuti in possesso.
Il 20 giugno 1353 Goffredo donò la Sindone al capitolo dei canonici della collegiata
di Lirey, che egli aveva fondato; la prima ostensione pubblica avvenne, pare, nel
1357 (Goffredo era morto l'anno precedente). Nel 1415 Margherita di Charny,
discendente di Goffredo, si riappropriò del lenzuolo (ne originò un lungo contenzioso
con i canonici) e nel 1453 la vendette ai duchi di Savoia.
Questi la conservarono a Chambéry, dove nel 1532 sopravvisse ad un incendio che la
danneggiò in diversi punti. Nel 1578 venne portata a Torino, dove nel frattempo i
Savoia avevano trasferito la loro capitale e da allora vi rimase ininterrottamente fino
al giorno d'oggi, salvo brevi intervalli. Nel 1898 venne fotografata per la prima volta:
in quell'occasione si scoprì che l'immagine impressa sul lenzuolo presentava le
caratteristiche di un negativo fotografico.
Nel 1983 Umberto II di Savoia, ultimo re d'Italia, morendo la lasciò in eredità al Papa
che ne delegò la custodia all'Arcivescovo di Torino.

 

Gli studiosi usano chiamare Uomo della Sindone la figura umana visibile sul
lenzuolo, per mantenere una posizione neutra rispetto alla questione se si tratti o no di
Gesù. Le due immagini ritraggono un corpo umano nudo, a grandezza naturale, una
di fronte e l'altra di schiena; sono allineate testa contro testa, separate da uno spazio
che non reca tracce corporee. Sono di colore più scuro di quello del telo. Appare
dunque che l'Uomo della Sindone fu adagiato sulla metà inferiore del telo (immagine
dorsale), e fu ricoperto con l'altra metà ripiegata su di lui (immagine frontale).
L'immagine, come si scoprì nel 1898 quando la Sindone fu fotografata per la prima
volta, è più comprensibile nel negativo fotografico. Il corpo raffigurato appare quello
di un maschio adulto, con la barba e i capelli lunghi. Vi sono numerose tracce di
sangue che delineano delle ferite: le più evidenti sono le ferite ai polsi e agli
avampiedi, compatibili con l'ipotesi che vi siano stati piantati dei grossi chiodi, e una
larga ferita da taglio al costato. Il tutto corrisponde alla tradizionale iconografia di
Gesù e al resoconto evangelico della crocifissione.

 

L'immagine corporea visibile sulla Sindone è dettagliata, termicamente e
chimicamente stabile ed è di un colore giallino che differisce da quello della stoffa di
fondo solo per la maggiore intensità. Essa è un "negativo" nel senso che appare più
naturale nel negativo fotografico che nel positivo. Inoltre interessa solo le fibrille più
superficiali del lino e appare chiaramente solo sul diritto della tela: sul retro vi è
un'immagine molto debole e confusa in cui si riconoscono solo il volto e forse le
mani.
Quelle che appaiono come macchie di sangue corrispondono alla corretta posizione
sul corpo delle numerose ferite, considerando un drappeggio della stoffa avvolgente
l'intero corpo. Sotto le macchie non vi è immagine: sembra quindi che quest'ultima si
sia formata quando il lenzuolo era già macchiato.
L'immagine appare essere la proiezione verticale della figura dell'Uomo della
Sindone, e non quella che si otterrebbe stendendo un lenzuolo a contatto con il corpo
(ad esempio il viso dovrebbe apparire molto più largo). In essa è inoltre codificata
un'informazione tridimensionale: trasformando i diversi toni di colore in rilievi
verticali di diversa altezza, si ottiene una forma tridimensionale del corpo
proporzionata e senza distorsione, cosa che non avviene applicando lo stesso
procedimento a un dipinto o ad una normale fotografia.

 

VICINO ALLA CROCE
Giovanni, 19,25-27:
“Vicino alla croce di Gesù stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di
Clèofa e Maria Maddalena. Gesù, dunque, vista la madre e presso di lei il discepolo
che amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". Quindi disse al discepolo:
"Ecco tua madre!". E da quell'ora il discepolo la prese in casa sua.”
L’agonia in croce di Gesù dura meno di tre ore. Alle 15 circa, con il cuore che gli si
sta ormai spaccando, egli esclama a gran voce: “Eloì, Eloì, lamà sabactanì “ che si
traduce “ Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”; poi per la sete chiede da
bere e, pronunciando queste parole: “Tutto è compiuto”, muore.
Uno dei soldati che si trova sotto la croce, vedendo allora Gesù immobile,
irrigidito e con il capo chinato, si accerta della sua morte trafiggendogli il cuore con
una lancia: dalla ferita intercostale destra fuoriesce sangue post-mortem ed acqua.
Dopo ciò, Giuseppe d’Arimatea, che è discepolo del Salvatore, si reca da Pilato per
ricevere l’autorizzazione a togliere il corpo dalla croce e quindi concedergli una
degna sepoltura giudaica. Pilato acconsente. E Giuseppe, allora, calato Gesù dalla
croce, prende un sudario di lino e gli asciuga il volto e la nuca dal sangue e lo
ripiega conservandolo con sé (per la legge giudaica, nessuna goccia ematica di un
condannato a morte può cadere ed essere assorbito dal suolo); poi gli pone sul capo
un finissimo e prezioso bisso marino e, avvolto il corpo con una sindone assieme agli
aromi e alle bende, lo depone in un sepolcro scavato nella roccia.
Ricostruzione per immagine della penetrazione della lancia che, attraverso il quinto
spazio intercostale destro, arriva a colpire il cuore di Gesù.

 

Sulla figura anteriore della Sindone si vede, dalla parte sinistra dell'immagine
(dunque sul lato destro del cadavere), un'ampia colatura di sangue in corrispondenza
di una breccia cutanea con le caratteristiche di ferita da punta e taglio.
La chiazza di sangue si estende in alto per almeno 6 cm di larghezza e discende
dividendosi e ondeggiandosi per circa 15 cm di altezza. Tale ferita sarebbe riferibile
al colpo di lancia del militare romano.
Si tratta di una ferita che ha discontinuato la parete toracica e questo giustifica
l'abbondanza del sangue fuoruscito.
Il colpo è stato inferto a un cadavere, poichè i caratteri della colatura indicano
l'avvenuta separazione della parte cellulare dalla componente seriosa. Il problema è
quello di accertare la sede all'interno del torace in cui la raccolta ematica potè
formarsi e separarsi nelle sue componenti. L'ipotesi più verosimile è che durante la
Passione si sia verificato un emotorace, vale a dire il versamento di sangue nel cavo
pleurico destro. Il colpo di lancia, determinata una ferita trapassante della parte
toracica, non avrebbe fatto altro che liberare all'esterno il sangue sedimentatosi con la
componente cellulare in basso a quella seriosa in alto, dopo il decesso.

 

Colatura di sangue trasversale causata da un secondo travaso di sangue fuoruscito
dalla ferita da punta e taglio del costato.
Questo sangue si è raccolto prima sotto il gomito destro. Di qui, dividendosi in due
rigagnoli, ha attraversato tutta la regione lombare verso il gomito sinistro, ove si è
raccolto in altra ampia chiazza. Il percorso di questo sangue cadaverico mostra infatti
i movimenti di lateralità impressi alla salma durante la preparazione per la sepoltura.

 

Ricostruzione di come la Sindone fu fatta passare sopra la testa di Gegù, per poi
essere avvolto con le bende. Prima di questo, però, sul viso fu posto un telo di bisso
marino le cui tracce delle pieghe sono localizzabili nell'immagine della S. Sindone.

 

IL VELO di Manoppello (Abruzzo) nella basilica del
Volto Santo
Il Volto Santo é un velo tenue, i fili orizzontali del tessuto sono ondeggianti e di
semplice struttura, l'ordito e la trama si intrecciano nella forma di una normale
tessitura. Le misure del panno sono 17 x 24 cm. é l'immagine di un viso maschile
con i capelli lunghi e la barba divisa a bande.

 

Caso unico al mondo in cui l'immagine è visibile identicamente da ambedue le
parti. Le tonalità del colore sono sul marrone, le labbra sono di colore
leggermente rosse, sembrano annullare ogni aspetto materiale.Non sono
riscontrabili residui o pigmenti di colore. Le due guance sono disuguali: l'una,
più arrotondata dell'altra, si mostra considerevolmente rigonfia.Gli occhi
guardano molto intensamente da una parte e verso l'alto. Perciò si vede il bianco
del globo oculare sotto l'iride. Le pupille sono completamente aperte, ma in
modo irregolare.Nel mezzo, sopra la fronte si trova un ciuffo di capelli, corti e
mossi a mo' di vortice.
NELL'IMMAGINE DEL VOLTO DELLA SACRA SINDONE DI TORINO
SONO RINTRACCIABILI LE PIEGHE DEL TELO DEL VOLTO SANTO DI
MANOPPELLO. Questa eccezionale scoperta è venuta alla luce, dopo che al
computer e’ stato possibile definire la perfetta sovrapposizione, in scala 1:1,
delle foto dei reperti sacri. Le pieghe , sul Santo Volto passano in verticale per
gli zigomi e sono contraddistinte dai punti d'incrocio con un'altra piega in
orizzontale, la quale si trova all'altezza del mento. La cosa sorprendente, è che
nell'immagine sindonica esse figurano delimitando il volto da lato a lato. Per chi
crede allora all'autenticità di queste due reliquie, c'è da dire questo: "Seppure
con la Sindone si contempla il corpo di Gesù morto, solo all'altezza del volto,
però, si scoprono i segni del telo del Volto Santo con l'immagine di Gesù
risorto"; ciò sarebbe spiegabile per la proiezione, mediante un'irradiazione di
luce, del volto di Cristo. Il bisso marino del Volto Santo, durante la sepoltura di
Gesù, sarebbe stato posto a contatto diretto con la Sindone all'altezza del capo.

 

 

 

 

 

Elenco dei collegamenti su Internet.

 

Storia di Gesu’ :    http://it.wikipedia.org/wiki/Ges%C3%B9

Titulus Crucis :     http://it.wikipedia.org/wiki/Titulus_crucis

La Croce , il simbolo :    http://it.wikipedia.org/wiki/Croce

La Battaglia di Hattin :     http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Hattin

La Leggenda della Vera Croce :     http://www.tuttolanciano.it/Le_chiese/S_Nicola/vera_croce.htm

Vera Croce :    http://it.wikipedia.org/wiki/Vera_Croce

Sant’Elena :    http://www.santiebeati.it/dettaglio/66500

La Scala Santa :    http://it.wikipedia.org/wiki/Scala_Santa

Il Graal :    http://it.wikipedia.org/wiki/Graal

La leggenda della Vera Croce :      http://it.wikipedia.org/wiki/Leggenda_della_Vera_Croce

Roma: Basilica di Santa Croce in Gerusalemme :     http://www.basilicasantacroce.com/

San Nicola di Bari :    http://it.wikipedia.org/wiki/San_Nicola_di_Bari

Calabria (Vibo Valentia): San Biagio :    http://www.comune.serrasanbruno.vv.it/chiese.asp

Film La Passione di Cristo : http://www.centraldocinema.it/recensioni/feb04/the_passion_of_the_christ_di_mel_gibson.htm

Parigi: Notre Dame :    http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_Notre-Dame_(Parigi)

Milano i Chiodi della Croce :    http://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=289978

Monza : La corona ferrea :       http://it.wikipedia.org/wiki/Corona_Ferrea

I Misteri: La Lancia di Longino :     http://www.ilportaledeltempo.it/?sezione=MI&art=misterius

Santiago de Compostela :     http://it.wikipedia.org/wiki/Cammino_di_Santiago_di_Compostela

Vicino alla Croce :    http://sindonesantovolto.splinder.com/post/16140321/La+morte+di+Ges%C3%B9

La Flagellazione :    http://angelbel.altervista.org/Pensieri/GabrieleAmorth/lapassionedicristo.htm

Sulle tracce di Gesù di Nazareth :    http://www.storialibera.it/il_sabato/articolo.php?id=77

Le visioni :     http://gesu.altervista.org/doc/neumann/le_visioni.html

Cristologia :    http://it.wikipedia.org/wiki/Cristologia

La Sacra Sindone :    http://it.wikipedia.org/wiki/Sindone

Il Velo di Manoppello D’Abruzzo :     http://www.voltosanto.it/Italiano/paginadx1.php?c=1

Le Lacrime della Madonna :     http://www.piccolifiglidellaluce.it/lacrimemadonna.htm

La Chiesa del Santo Sepolcro :    http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_del_Santo_Sepolcro

Il velo di Oviedo :    http://www.preghiereagesuemaria.it/sala/il%20sudario%20di%20oviedo.htm

Video relativo alla Corona di Spine attribuita a Nostro Signore Gesu’ Cristo conservata a Notre Dame :  http://www.youtube.com/watch?v=3tw_r-e6Xq0&feature=player_embedded#!

La basilica di Saint Maximin :   http://www.duepassinelmistero.com/Saint%20Maximine.htm 

Notre Dame de Paris - La Sainte Couronne d'épines :    http://www.youtube.com/watch?v=3tw_re6Xq0&feature=player_embedded%23

I Segreti del Santo Sepolcro :    http://youtu.be/HTl-TkKGje4

 

 

 

Biografia

 

 

                    

 

             Federico Leonardi Donato


Nato a Napoli il 25 Settembre del 1961, dopo gli studi in Ingegneria Elettronica, entra nel 1987 in Olivetti SpA presso la sede di Milano, dove contribuisce alla nascita di una serie di prodotti Hardware e Software per l’automazione bancaria, primo fra tutti il bancomat.
Nel 1996 e’ tra i primi assunti in Infostrada SpA, sede di Roma, dove entra tra i quadri aziendali e partecipa da protagonista alla nascita del secondo operatore di telecomunicazioni in Italia.
Ha militato nel campionato di serie A di pallavolo; grande appassionato di sport e storia antica.



           

 

Riceve nel 2005 da S.E. il Cardinale Carlo Furno l’investitura a Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme .
Discende da una delle piu’ antiche e nobili casate di origine Calabrese, Siciliana e Toscana.

 



 

Nota : 

Tutti i collegamenti ai siti web riportati nella presente ricerca sono stati acquisiti secondo una logica rispondente alla necessità di informare il lettore della presenza nel mondo dei reperti attribuibili a Nostro Signore Gesù Cristo.

Nel caso siano presenti imperfezioni e/o inesattezze , oppure si desideri contribuire con ulteriori link internet da aggiungere nelle prossime edizioni , prego  informare l’Autore Federico Leonardi Donato all’indirizzo e-mail:  federico.leonardi@libero.it  . 

 

 

 

 

 


 

 

 

OESSG

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