Ordine Equestre del  Santo Sepolcro di Gerusalemme

 

LUOGOTENENZA PER L'ITALIA MERIDIONALE TIRRENICA


  CULTURA E SPIRITUALITA' : " La nostra storia fonte della nostra identità, la nostra identità fonte della nostra vita " , Lettera per Pasqua 2015 di S.E. Mons. Fortunato Frezza , Cerimoniere del Gran Magistero dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

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" La nostra storia fonte della nostra identità,

la nostra identità fonte della nostra vita " 

Lettera per Pasqua 2015

Mons. Fortunato Frezza

di S. E. Mons. Fortunato FREZZA ,

Cerimoniere del Gran Magistero dell'OESSG

 

 

 

 

 

LA NOSTRA STORIA, FONTE DELLA NOSTRA IDENTITÀ

Con profonda gratitudine verso il Gran Maestro, Sua Eminenza il Cardinale Edwin O’Brien, mi presento come, nominato nel mese di gennaio 2015, Cerimoniere del Gran Magistero dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Secondo lo Statuto dell’Ordine dovrò occuparmi delle celebrazioni liturgiche e religiose dell’Ordine come anche della vita spirituale dell’Ordine stesso. Se a Sua Eminenza rivolgo il mio ringraziamento, a voi tutti, Membri del Gran Magistero, Cavalieri e Dame, riservo il mio fraterno saluto, che esprimo con gioia ed entusiasmo per questa per me nuova appartenenza, e con la promessa del mio costante impegno nel servizio che mi è richiesto nell’Ordine.

Quando nel lontano Medioevo moltissimi cristiani sentirono la necessità di organizzarsi per affrontare l’enorme impresa di difendere la memoria e il sito del sepolcro di nostro Signore Gesù Cristo, lo fecero perché lo sentivano come un dovere di coscienza. E quando le vicende storiche costrinsero i nostri antenati ad abbandonare i Luoghi Santi, la loro comunità non scomparve, ma conservò saldamente gli ideali di propagazione della fede, di difesa dei deboli, di carità per il prossimo, secondo il più autentico spirito della Cavalleria dei Crociati.

Pertanto il progetto di liberare il Santo Sepolcro fu testimonianza della fede in Cristo di coloro che abbandonarono le proprie case, la propria terra, facendo appello al coraggio, impegnandosi nella fraternità della fede, nel servizio della carità fino alla testimonianza del sangue. Fecero tutto ciò per proteggere il sepolcro di Cristo, un sepolcro vuoto, ma un sepolcro che fu pieno, che restava pieno della memoria di Cristo che non muore, segno permanente della Pasqua eterna. Il sepolcro vuoto era ed è luogo di risurrezione.

Per questo ancora oggi il sepolcro come i luoghi terreni del Signore Risorto sono proprietà spirituale dei discepoli di Cristo. I cristiani si identificano con la Terra di Gesù di Nazaret, la sentono come propria. Chi onora e ama il Santo Sepolcro ama la terra, la vita, la memoria di Gesù. Chi fa questo, acquista un carattere e uno spirito nuovo; si distingue in mezzo a tutti gli altri.

È evidente perciò che la nostra identità odierna ha la sua origine nella nostra storia, nasce non da un sistema filosofico, ma da una Persona, da una terra, da un luogo fisico e geografico, dalla vita e dalla morte di tanti nostri fratelli e sorelle che prima di noi hanno creduto in ciò che noi stessi ancora oggi crediamo.

 

LA NOSTRA IDENTITÀ, FONTE DELLA NOSTRA VITA

Dalla nostra storia riceviamo la nostra identità. Ma questo flusso conosce oggi un movimento inverso: dalla nostra identità nasce la nostra storia di oggi con la nostra vita, la nostra testimonianza di Cavalieri e Dame.

Oggi diciamo che lo scopo della nostra appartenenza all’Ordine sta nel rafforzare la pratica della vita cristiana, confermando la fedeltà alla nostra Chiesa, al Papa, ai nostri Pastori, nella carità verso i fratelli di Terra Santa che lì sono i portatori della fede in Cristo. Tutto questo corrisponde oggi alla difesa della memoria di Cristo, alla manifestazione della nostra fede in Cristo, fondata sulla sua risurrezione, sul suo sepolcro vuoto. È vero infatti che se Cristo non è risorto la nostra fede è vana (cfr. 1Cor 15,14). Non possiamo fare a meno del sepolcro vuoto. Il sepolcro vuoto ci è necessario, perché per noi esso è una culla, lì siamo nati, la nostra impresa di nuovi Cavalieri della fede cristiana e cattolica è partita di lì, la mattina della prima Pasqua, nella scoperta delle donne e degli apostoli che trovarono il sepolcro abbandonato.

Oggi siamo chiamati ancora a difendere. Nel nostro Ordine, oggi, è questa l’identità che 2

dobbiamo difendere, l’identità della fede che nasce dal Signore risorto. Le qualità mostrate dai nostri Cavalieri antenati sono anche le nostre oggi: la fede in Cristo, il coraggio, la testimonianza, la fraternità, la carità. Infatti l’impegno finanziario non basta; un’appartenenza esteriore all’Ordine non è sufficiente. La Chiesa e il nostro Ordine oggi chiedono quanto troviamo nel documento del Sinodo sui laici: Christifideles Laici, che per noi è la traduzione moderna del Vangelo del Signore.

Gli impegni di oggi sono la spiritualità, la moralità, la fedeltà, la lealtà, l’onore. Abbiamo una speciale responsabilità per la carità, la cooperazione, la dedizione, la generosità a favore della Terra Santa. Questi compiti sono eredi della testimonianza del sangue dei nostri antenati. La scoperta del sepolcro vuoto diventò una forza immensa che spinse gli apostoli a fare la loro storia. Così la nostra identità di oggi, la nostra fede odierna diventa storia nelle nostre opere.

Sarà nostro impegno seguire un tema annuale di spiritualità che diventerà una guida concreta di vita. Per l’anno 2015 e, a seguire, per il 2016 prenderemo come impegno speciale quello della misericordia, secondo il pensiero di Papa Francesco che a questo compito ha chiamato tutta la Chiesa nel Giubileo Straordinario che avrà inizio l’8 dicembre del corrente anno e terminerà il 20 novembre del 2016. Il pane della misericordia per il nostro nutrimento odierno sarà quello che troviamo principalmente nella Sacra Scrittura, generata nella Terra del Signore prima e dopo la scoperta del suo sepolcro vuoto. Gli strumenti di collegamento continueranno ad essere la nostra Newsletter e gli Annales, che si ispirano sempre ai nostri ideali di cristiani e di Cavalieri, e anche un Vademecum di spiritualità, che sta in elaborazione.

Carissimi, nutro fiducia di trovare in voi la gioia che accompagna la nostra appartenenza all’Ordine. Un Cavaliere, una Dama triste ha perso l’orientamento e difficilmente raggiungerà la meta indicata dalla sua identità. Dovrà essere nostro l’entusiasmo di Pietro e di Giovanni, che la mattina di Pasqua andarono di corsa al sepolcro e ne tornarono testimoni della novità. Questa novità di vita ci auguriamo a vicenda con la benedizione del Signore risorto. Buona Pasqua.

                                                                                                        Roma 15 aprile 2015

                                                                                                     Mons. Fortunato Frezza

 

 

 

 

 

 


 

Fonte :  Segreteria della Luogotenenza per l'Italia Meridionale Tirrenica .

 

 

 

 

 

 


 

 

 

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