I dieci comandamenti della Cavalleria

1. CREDERAI IN CIO’ CHE INSEGNA LA CHIESA E OSSERVERAI TUTTI I SUOI COMANDAMENTI

Questo è il precetto più importante e sacro… di fatto non poteva giungersi ad esser cavaliere se non si era veramente cristiani. Il Cavaliere era un uomo che riconosceva che al disopra della forza esistevano certi valori ai quali pretendeva consacrarsi. Sapeva che quanto realizzava nel duro mestiere delle armi, lo faceva come fine ultimo per Dio… Per questo alla gente piaceva chiamare i cavalieri “uomini di Dio” e gli Ordini Militari “La Cavalleria di Dio”. Non c’è Cavalleria senza virtù.

Alcuni aspetti salienti della vita spirituale che caratterizzava il Cavaliere:

1- L’orazione : il Cavaliere era un uomo che sapeva pregare.

2- La devozione alla Vergine : Il Cavaliere è un suddito devoto alla Madre di Dio.

3- La contrizione : se il Cavaliere cadeva in qualche errore, subito se ne pentiva.

4- La vita sacramentale : i Cavalieri dovevano prendere parte alla vita sacramentale della Chiesa.

5- Le conoscenze religiose : il Cavaliere non era un teologo, malgrado il contenuto dottrinale delle sue orazioni.

6- Le virtù del Cavaliere : il Cavaliere pratica le differenti virtù, sia teologali (fede, speranza e carità) che cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza).

2. PROTEGGERAI LA CHIESA

Il primo fine della milizia era la difesa della Chiesa. La Cavalleria, secondo Gautier, costituiva “la forza armata al servizio della verità inerme”. I Cavalieri sono uomini al servizio della Chiesa di Dio, forti per la stessa forza di Dio, il cui dovere principale è custodire e difendere il Vangelo, e quindi di conseguenza la Chiesa di Cristo.

3. RISPETTERAI TUTTI I DEBOLI E DIVERRAI LORO DIFENSORE

La missione del Cavaliere è proteggere chi è debole, dovunque sia, difendere tutto ciò che nella terra è indifeso: i sacerdoti perché privi di armi, le vedove, gli orfani, gli invalidi, i poveri e tutti i bisognosi di aiuto.

4. AMERAI IL PAESE IN CUI SEI NATO

L’Ordine della Cavalleria lotta per l’affermazione del bene comune che spesso si identifica con la patria, che ama al punto di dare tutto per essa, anche il proprio sangue.

5. NON INDIETREGGERAI DINANZI AL NEMICO

Il Codice esigeva coraggio da tutti i Cavalieri, il dovere cavalleresco esprime coraggio in ogni suo aspetto: meglio morire conservando l’onore che essere chiamato codardo. Il vero Cavaliere non indietreggerà mai davanti al nemico; la sua forza, più che sui muscoli, si fonda sulla grandezza del suo cuore. “Combattete, Dio vi aiuterà”: questa è la formula completa del coraggio cristiano, la formula che congiunge assieme la forza dell’uomo con l’aiuto di Dio.

6. COMBATTERAI CONTRO GLI INFEDELI UNA LOTTA SENZA QUARTIERE

Il Cavaliere combatteva coloro che sottoponevano i cristiani a vessazioni e ingiustizie per far rinnegare la fede cattolica. Il Cavaliere non era traditore se si rifiutava di aiutare il proprio capo in una guerra ingiusta, operava sempre per la buona causa del Regno di Cristo, e questo fine era la fonte del suo valore in combattimento.

7. COMPIRAI DILIGENTEMENTE I TUOI DOVERI FEUDALI, SE NON SONO CONTRARI ALLA LEGGE DI DIO.

Il Cavaliere doveva al proprio capo una stretta obbedienza sempre che questi non richiedesse da lui cose contrarie alla fede, alla Chiesa e ai poveri. La protezione del potente nei confronti del debole comportava doveri reciproci e ciò costituiva una società fondata su una rete di fedeltà, che culminava nella fedeltà in Dio stesso. La persona del Cavaliere risultava quindi contrassegnata dalle virtù della fedeltà e lealtà.

8. NON MENTIRAI, E SARAI FEDELE ALLA PAROLA DATA

La Cavalleria apprezzava grandemente la sincerità e l’onore, mentre odiava il tradimento e la fellonia in tutte le sue forme. La fedeltà alla parola conferisce potere sull’anima : è precetto della legge di Dio che l’uomo non sia spergiuro.

9. SARAI GENEROSO E LIBERALE CON TUTTI

Il Cavaliere che ha ricevuto un dono così grande come l’Ordine della Cavalleria doveva distinguersi per la sua generosità (largo nel donare) e liberalità (separato dalle cose esteriori) sull’esempio di Dio generoso, il primo e più liberale dei Cavalieri. Il Cavaliere quindi doveva essere generoso, magnanimo (grandezza d’animo) e disporre delle proprie ricchezze al servizio e bene del prossimo.

10. SARAI, SEMPRE E DOVUNQUE, CAMPIONE DEL DIRITTO DEL BENE CONTRO L’INGIUSTIZIA E IL MALE

Il Cavaliere per principio doveva combattere il male dove lo incontrava e difendere il bene dove lo trovava. Non esiste la Cavalleria senza la ricerca e l’ardua difesa della giustizia. Il Cavaliere è il “pacifico” per antonomasia, ossia colui “che fa la pace”, che con la sua forza d’animo e la sua spada stabilisce la pace e sa imporre “la tranquillità nell’ordine”.

Questi furono i Dieci Comandamenti della Cavalleria. Riuniamo tutti questi precetti in una sola persona, ed ecco il Cavaliere Ideale !

” Cavalieri, non dimenticatevi che Dio vi ha creati tali per essere il baluardo e la difesa della Chiesa ! “.

(Garin li Loherains, Arcivescovo di Reims)